Bonus da 200 euro a persona. Discriminate le famiglie monoreddito
Bonus una tantum del governo per lavoratori e pensionati, come funziona
Bonus una tantum da 200 euro, malumori nel Centrodestra di governo: "Draghi come Conte"
Da ieri sera, quando il premier Mario Draghi e il ministro dell'Economia Daniele Franco hanno annunciato in conferenza stampa il bonus una tantum da 200 euro per 28 milioni di persone, la domanda che tutti si stanno chiedendo è questa: è a persona o a famiglia? La risposta, secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti della maggioranza e di governo, è che il provvedimento di aiuto dell'esecutivo è a persona, singolo lavoratore (anche autonomo, non solo dipendente privato o pubblico) o singolo pensionato.
Non ci sarà quindi alcun Isee da esibire o presentare e il bonus verrà erogato direttamente in busta paga, o con la pensione, probabilmente nella mensilità di luglio. Anche se i tecnici del Mef stanno ancora lavorando per definire esattamente i dettagli della misura. "Non escludiamo che in futuro ci sia un incremento di questo importo", ha affermato il ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli (M5S) parlando a margine dell'inaugurazione della fiera Cibus a Parma in merito ai 200 euro di bonus per i lavoratori e i pensionati. I soldi "non sono mai abbastanza - ha sottolineato - ma le risorse sono queste e il provvedimento è stato fatto senza fare scostamenti di bilancio".
Nel Centrodestra di governo, a microfono spento, e in particolare in Forza Italia ma anche nella Lega, serpeggia un certo malumore. Di fatto, spiegano, Draghi copia esattamente quello che faceva Giuseppe Conte con la sua tanto contestata maggioranza giallo-rossa ai tempi della pandemia dura da Covid: l'Italia va avanti a spendere soldi pubblici per finanziare la politica dei bonus anziché scegliere la strada coraggiosa delle riforme e di provvedimenti strutturali e utili reali all'economia. Conte lo faceva con il coronavirus, Draghi lo fa con la guerra in Ucraina. E' esattamente la stessa cosa, lo stesso copione.
Ma c'è un altro elemento che evidentemente a Palazzo Chigi e in Via XX Settembre non hanno considerato, o non hanno avuto voglia di farlo. Questo provvedimento, il bonus una tantum da 200 euro, è una palese discriminazione nei confronti delle tante famiglie monoreddito, sia perché vedove o vedovi (magari con bambini in tenera età), sia perché divorziati o sia semplicemente perché famiglie con un solo genitore per diversi motivi. Facciamo un piccolissimo esempio. Un genitore monoreddito con figli a carico che nel 2021 ha avuto un reddito di 36mila euro lordi non avrà la mancetta di stato di Draghi e Franco hanno gentilmente deciso di elargire, mentre ad esempio marito e moglie, sempre con figli a carico, che avevano entrambi un reddito di 34mila euro l'anno scorso avranno entrambi 200 euro dal governo.
Peccato che la famiglia monoreddito si fermi a quota 36mila mentre quella composta da due genitori arrivi insieme a 68mila euro (con 400 euro in tasca in più grazie al governo Draghi). Fonti della maggioranza, di fronte a questa esposizione dei fatti inequivocali e lapalissiani, spiegano ad Affaritaliani.it che il calcolo sul reddito familiare sarebbe stato molto più complesso dal punto di vista burocratico, con tempi molto lunghi ("Purtroppo si creano storture come queste dovendo intervenire rapidamente"). Peccato che così si concretizzi una discriminazione evidente e ineluttabile.
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