Elezioni, tra Meloni-italiani è ancora luna di miele. Il Pd a pezzi. L'analisi

Per Schlein l'intesa con Conte (tutta da costruire) non funziona e non paga

Di Alberto Maggi
Politica

Ballottaggi, il netto trionfo del Centrodestra rafforza il governo

Se in Spagna il premier Pedro Sánchez ha perso nettamente le elezioni amministrative e si è dimesso portando il Paese alle urne alla fine di luglio, in Italia la storia è totalmente diversa. Il Centrodestra di governo guidato da Giorgia Meloni ha trionfato nettamente nei ballottaggi (e avrebbe fatto l'en plein se non ci fosse stata la sconfitta di pochissimo a Vicenza) con risultati a dir poco sorprendenti. Solitamente al secondo turno il calo dell'affluenza penalizza le forze dell'attuale maggioranza (che infatti vogliono abolire i ballottaggi) ma stavolta non è andata così.

Eclatante il successo di Ancona, città strappata al Pd. Ma anche il successo a Brindisi è estremamente rilevante perché fin dal primo turno c'era stato l'accordo tra i Dem e il M5S con Giuseppe Conte (suo il candidato) che si era speso in prima persona. Ma, evidentemente, l'alleanza giallo-rossa non funziona o comunque fatica a trovare consensi. E poi c'è il caso Toscana. Nell'ex terra rossa per eccellenza Elly Schlein puntava tutto per una rivincita su Giorgia Meloni. Risultato: un disastro. Pisa, Massa e Siena sono andate tutte al Centrodestra. Nemmeno una vittoria. Certo resta il piccolo premio di consolazione di Vicenza ma è ben poco.





Considerando poi la vittoria al primo turno a Catania (dove i partiti della maggioranza hanno concluso insieme con un comizio la campagna elettorale), sempre del Centrodestra, si può tranquillamente affermare che la luna di miele tra la prima premier donna e gli italiani non è affatto finita. Anzi. Probabilmente a premiare la maggioranza di governo è stato il taglio del cuneo fiscale, un provvedimento concreto che mette soldi in tasca a molti cittadini. Ma anche la risposta tempestiva dell'esecutivo alla tragica alluvione in Emilia Romagna ha mostrato un governo e soprattutto una presidente del Consiglio "sul pezzo", ovvero sempre presente sui dossier principali e pronta a intervenire con tempestività.

Anche sul fronte internazionale l'ultimo G7 in Giappone ha mostrato un'Italia protagonista e non affatto ai margini. Piaccia o non piaccia, questo è il verdetto degli italiani e, dopo il trionfo in Friuli Venezia Giulia, anche le città (quasi tutta) votano a destra.



Per Schlein ora sarà molto difficile ripartire con un partito che perde pezzi al centro e con un'alleanza con i 5 Stelle che non funziona (vedi Brindisi) e che comunque rimane tutta da costruire. Ma comunque anche se il Pd trovasse l'intesa con i pentastellati non basta, serva allargare il campo. Ma certamente non è immaginabile un'alleanza con Carlo Calenda e Matteo Renzi, che già faticano a tenere insieme i gruppi parlamentari. Insomma, da questa tornata elettorale esce sicuramente un governo rafforzato, l'immagine di Meloni in ottima salute e le opposizioni (Pd in testa) che si leccano le ferite incapaci di costruire nel Paese un'alternativa al Centrodestra. "Ottimo effetto Schlein", ha ironizzato Matteo Salvini.

Ora il prossimo appuntamento saranno le Europee 2024, tra circa un anno, e vedremo i movimenti dei partiti. Lì sarà tutti contro tutti visto che la legge elettorale è proporzionale. Per ora Meloni asfalta Schlein. Non ci sono dubbi. Punto e arrivederci alle Europee 2024.

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