Politica
Baiardo a Report: “Berlusconi da Graviano si è preso 500 mld”. Il libro choc
L'uomo vicino al boss di Cosa nostra, a Report, svela nuovi retroscena sulle presunte fotografie che ritrarrebbero l'ex premier in compagnia del boss stragista
Giletti, Baiardo annuncia un nuovo libro e rivela: "Graviano ha aspettato a ricattare Berlusconi? C'erano in gioco 500 miliardi"
Più di 500 miliardi di vecchie lire. Circa 250 milioni di euro. Sarebbe questo il motivo per cui il boss Giuseppe Graviano avrebbe aspettato oltre vent’anni prima di far emergere l’esistenza delle tre presunte Polaroid che ritrarrebbero Silvio Berlusconi insieme a lui e al generale dei Carabinieri Francesco Delfino. O almeno questa è l'ultima versione di Salvatore Baiardo, faccendiere dei fratelli malavitosi: Graviano avrebbe investito soldi, tanti soldi nell’impero dell’ex premier, e li avrebbe voluti così tutelare il più possibile. Potrebbe essere questa, peraltro, una delle rivelazioni scottanti contenuta nell'annunciato libro del tuttofare, “Le verità di Baiardo”. Nel frattempo il gelataio "profeta" ha fatto questa dichiarazione nel corso dell’intervista mandata in onda ieri sera a Report, registrata a sua insaputa da Paolo Mondani. Baiardo, incalzato dal giornalista, mima inequivocabilmente con la mano il gesto del denaro, il motivo per cui Graviano avrebbe avuto tutti gli interessi a mantenere un buon rapporto con l’ex premier.
Si tratterebbe- sempre secondo quanto emerge dal servizio di Report - del denaro investito proprio dal boss nell’impero di Fininvest e Mediaset: “500 miliardi di vecchie lire - dice Baiardo nell'intervista - Io me lo giustifico. Questi sono importanti. Se lo bastonano subito, l’impero che hanno lì svanisce. Dovevano garantirsi”. All'impero del Biscione sarebbero arrivati (tantissimi) soldi dalle cosche. Una somma che quindi andrebbe ben al di là dei “20 miliardi” che il faccendiere aveva in precedenza raccontato esser stati garantiti da una scrittura privata tra Berlusconi e degli investitori palermitani capeggiati dal nonno di Graviano, Filippo Quartararo. Se avesse provato a ricattare il Cavaliere facendo crollare la sua azienda dunque, secondo Baiardo, Graviano sarebbe stato il primo a bruciare un investimento miliardario. Per questo, da quell’ormai lontano 1992 si sarebbe arrivati al 2020: "Sperava di riuscire a fare delle cose prima. Ma poi hanno iniziato a stringergli il c**o al Parlamento Europeo, a farli muovere sull’ostativo”. Poi, nel 2020, la decisione di ricattare l’ex premier “per fargli accelerare i vecchi accordi”.