Gassmann e lo sfogo social dopo la notizia dell'ingresso di Giarrusso nel PD
L'attore su Twitter definisce il PD "un continuo cavallo di Troia lontano dai problemi reali e dal futuro delle nuove generazioni"
Alessandro Gassmann si scaglia contro il PD e l'ingresso di Dino Giarrusso nel partito con un tweet al vetriolo
"Un partito che continua ad essere "riempito" di individui che non sono richiesti e che nulla hanno a che fare con l'idea iniziale. Un continuo cavallo di Troia lontano dai problemi reali e dal futuro delle nuove generazioni. Non vi voto MAI più". È il tweet al vetriolo che l'attore e regista Alessandro Gassmann ha postato sul social di microblogging sul Partito Democratico e sull'entrata nel partito di Dino Giarrusso, ex Iena ed ex Movimento 5 Stelle, peraltro senza mai nominarli.
Il tweet di Gassmann ha ricevuto decine di commenti a favore e contro l'opinione dell'attore. In risposta a un utente che gli dice di essere "profondamente tentato di seguirlo", perché gli "cadono letteralmente le braccia", Gassmann risponde: "Andassero definitivamente a fare in cxxo, per essere chiari e anche per dire quello che uno pensa".
Le reazioni politiche
L'ingresso di Giarrusso ha fatto esplodere le polemiche anche con gli altri candidati. "Ognuno si sceglie la sua squadra" è il commento di Elly Schlein, mentre Paola De Micheli ironizza: "Dalle Iene alle vecchie volpi". Va bene l'inclusività, osserva, "ma no alle porte girevoli", quindi invita l'ex pentastellato a chiedere scusa, così come tutto il resto del partito. "Chi ci ha infangato fino a ieri, almeno riconosca di aver sbagliato".
Giarrusso, infatti, aveva criticato aspramente il partito guidato da Enrico Letta assicurando che lui non avrebbe mai fatto "lo zerbino al Partito Democratico".
Inoltre, quando era alle Iene aveva seguito l'inchiesta sulle armi usate dall'arabia Saudita per bombardare lo Yemen e aveva accusato l'Italia, e l'allora ministra della Difesa Roberta Pinotti, di "avere la mani sporche di sangue". Un'accusa "rivelatasi poi infondata" sulla quale torna Piero Fassino che invita Giarrusso a chiedere "scusa anche a Pinotti". L'appello a scusarsi è condiviso anche da Dario Nardella che dalla Convention di Milano dichiara: "Fassino lo invita a chiedere scusa anche alla Pinotti? Ha ragione", dice.
Anche il sindaco di Firenze Dario Nardella usa toni duri contro Giarrusso parlando di gente "pronta a salire sul carro dei vincitori. Dopo che ci ha attaccato, cambia idea all'improvviso e viene qui. Ma noi siamo democratici e apriamo le porte, anche se manteniamo sempre le nostre idee, mentre sono gli altri che le cambiano".
Duro anche l'attacco di Matteo Renzi e del Terzo Polo: "Siamo all'autodistruzione". "Il mio amico Bonaccini oggi spiega la sua idea di Pd: cancellare il jobs act che ha creato più di un milione di posti di lavoro per accogliere la iena ex grillina Giarrusso che insultava i dem su tav, immigrazione, onestà. Finalmente smetteranno di dire che Bonaccini è renziano, sono felice per lui" dichiara Renzi.
Non nasconde il sarcasmo nemmeno il vicesegretario Dem Giuseppe Provenzano: "E meno male che si doveva andare in cerca di elettori perduti...", magari su questo Bonaccini "è stato consigliato male". Quindi ricorda come Giarrusso in Sicilia si candidò con Cateno de Luca fondando il partito "Sud chiama Nord".
Anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori è critico: "Quando vedo venire qui chi ha detto le peggio cose del nostro partito allora forse qualche limite è giusto porlo".
L'altro candidato Gianni Cuperlo insiste sul Jobs Act osservando che visto che ora non lo vuole più nessuno forse "all'epoca", quando venne approvato "ci fu un equivoco". Su questo punto interviene anche Andrea Orlando che annuncia di aver presentato un disegno di legge per superarlo e che vorrebbe diventasse di tutto il partito.