Governo: Salvini, Giorgetti, Tajani... Ultimissime e colpi di scena. I nomi

La Russa presidente del Senato e Molinari della Camera

Di Alberto Maggi
Politica

Governo Meloni, Salvini verso le Infrastrutture. La Difesa a FdI


Ci siamo quasi. Nel pomeriggio o al massimo nella serata di oggi, mercoledì 12 ottobre, ci sarà il vertice decisivo per chiudere la trattativa di governo tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Intanto il segretario della Lega ha convocato alle 16.00 un consiglio federale per fare il punto della situazione all'interno del Carroccio.

E' chiusa la partita delle presidenze di Camera e Senato. A Montecitorio, al posto di Roberto Fico, verrà eletto il capogruppo leghista uscente Riccardo Molinari (probabilmente venerdì, considerando la procedura di elezione e i numeri dell'aula) mentre a Palazzo Madama, quindi come seconda carica dello Stato, andrà il co-fondatore di Fratelli d'Italia ed ex ministro Ignazio La Russa, che ormai ha vinto la sfida con Roberto Calderoli.

La squadra della Lega al governo, salvo colpi di scena, dovrebbe essere quasi chiusa. Il leader Matteo Salvini, che si è detto pronto a mettersi a disposizione della coalizione e del Paese non necessariamente al Viminale, dovrebbe andare al dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il ruolo di vicepremier. Per Giancarlo Giorgetti sembra ormai sicura la guida dell'Economia, uno dei ministeri più importanti. Dopo i tanti i no dei tecnici, Meloni ha scelto - con l'ok di Salvini - il vice-segretario della Lega sapendo che sul suo nome ci sarà certamente il via libera del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Alla Lega dovrebbe spettare anche il dicastero delle Politiche agricolo con il ritorno di Gian Marco Centinaio, che ha già guidato questo ministero nel Conte I ed è stato sottosegretario di Stefano Patuanelli nell'esecutivo di larghe intese di Mario Draghi. Infine una donna del Carroccio. Due le ipotesi: o Mara Bizzotto, veneta, agli Affari regionali (tema autonomia) o Giulia Bongiorno alla Funzione pubblica (Pubblica amministrazione). Più complessa la situazione in Forza Italia. Antonio Tajani resta in pole position per la Farnesina (e vicepremier) ma Berlusconi potrebbe sacrificare un ministero di peso come gli Esteri, spostando Tajani al Mise (Sviluppo economico, che però ha la delega sulle televisioni), per consentire a Licia Ronzulli di entrare al governo.

Per la fedelissima di Berlusconi è ormai esclusa la Salute e l'ipotesi più probabile è quella del Turismo (o in alternativa delle Pari opportunità). Forza Italia dovrebbe avere anche la guida della Giustizia, in corsa Maria Elisabetta Alberti Casellati e Francesco Paolo Sisto. E anche Anna Maria Bernini preme per un dicastero, forse l'Istruzione. A Fratelli d'Italia andrà certamente la Difesa (probabilmente con Adolfo Urso), i Rapporti con il Parlamento, l'Ambiente e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con Giovanbattista Fazzolari, responsabile del Programma di Fratelli d'Italia. Giulio Terzi di Sant'Agata agli Esteri, se Tajani andrà al Mise, e al Viminale il prefetto di Roma Matteo Piantedosi. In definitiva FdI potrebbe risultare sottostimata nella composizione del governo rispetto ai voti presi il 25 settembre, ma avrà comunque la premier, la seconda carica dello Stato e il sottosegretario a Palazzo Chigi.

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