Mattarella firmerà la riforma della giustizia (per ora). Via libera a Nordio

Il Presidente della Repubblica non si opporrà al disegno di legge incriminato che ha scatenato la bufera tra il governo e le toghe. Ecco perchè

di redazione politica
Sergio Mattarella
Politica

Quirinale, ecco la decisione di Mattarella sulla riforma della giustizia 

La riforma della giustizia di Nordio sta per arrivare sul tavolo di Mattarella. Il tema ha acceso uno scontro tra diversi rappresentanti del governo che appoggiano la linea del Guardasigilli e la magistratura. Il ministro ha ribadito: "Decide la politica, basta inginocchiarsi ai giudici. Sulla riforma non mi fermo". Così il testo del disegno di legge è quasi pronto per il Quirinale.

Ma il capo dello Stato non si opporrà. C'è un carico di aspettative fuorvianti, sulla firma di Sergio Mattarella in calce al primo atto del governo per riformare la giustizia. Ciò di cui si discute - si legge sul Corriere della Sera - è "l'autorizzazione a presentare alle Camere un disegno di legge", presentato dal ministro Nordio, che presumibilmente avrà un iter di qualche mese e che sarà suscettibile di modifiche in corso d’opera. In questa fase (diversamente da quanto accade con i decreti-legge), la firma del presidente è un atto dovuto. Mentre il suo vaglio assumerà un carattere stringente solo a fine percorso, quando la legge sarà stata perfezionata e votata dal Parlamento.

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Non sarà insomma - prosegue Il Corriere - su questo appuntamento, per il quale bisognerà attendere i prossimi giorni, che si intuirà il pensiero di Mattarella sul conflitto in corso tra l’esecutivo e le toghe. Il viceministro della Giustizia Sisto (FI), conferma anche la norma sulla separazione delle carriere per i magistrati. "Una ritorsione? No, era nel programma elettorale. Abbiamo ricevuto il consenso su questo impegno e lo manterremo. Era nel cronoprogramma delle riforme, fin dalla sua stesura originaria, collocata subito dopo il secondo intervento sulle norme ordinarie, che riguarderà fra l’altro la prescrizione e le intercettazioni. I pm fanno le indagini e i giudici le sentenze lo stabilisce l'articolo 111 della Costituzione. Occorre esorcizzare - conclude Sisto - il fantasma di una magistratura supplente della politica. Ma basta con le guerre di religione".

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