Meloni premier "fuori dagli schemi": la strategia vincente sulle nomine
È evidente che Meloni non ha seguito il cliché che i precedenti governi hanno messo in pratica in passato, ma sul perché dobbiamo ragionare bene: analisi
Governo Meloni tra lobby, nomine e agenda Draghi: il commento
Direttore caro, ho letto l'intervista di Luigi Bisignani che ha, sicuramente, rappresentato un riferimento di potere nell'era berlusconiana. È evidente che Giorgia Meloni non ha seguito il cliché che i precedenti governi hanno messo in pratica in passato ma sul perché dobbiamo ragionare bene.
E si che la Meloni ha vinto le elezioni ma ricordiamoci che ci troviamo in un'Italia costituita da baronati e lobby e che, stante lo scenario politico, la Meloni dovrà starci per qualche annetto, come confermato dalla ricerca spasmodica, da parte degli avversari del premier, di un anti Meloni.
Veniamo, pertanto, alle nomine. Molti, una volta saliti al potere, avrebbero immediatamente cambiato tutte le carte così da assicurarsi, in caso di caduta del governo, una buona semina e tanti favori da riscuotere. Ma vuoi vedere che la Giorgia ha cambiato strategia?
Vuoi vedere che la sua strategia è dettata anche dal fatto che la destra è stata da sempre snobbata dai manager che servono per fare le nomine? Non si può, poi, non tenere conto del fatto che per far digerire il boccone delle nuove elezioni a Draghi sia stata promessa una "dolce eutanasia".
D'altronde è stato già rilevato che questo governo sta portando a termine molti punti dell'agenda Draghi. Bisogna, inoltre, fare i conti con i mandati in corso che non durerebbero l'intero ciclo rappresentando nomine di breve scadenza. E quindi la domanda è la seguente: meglio un uovo oggi o una gallina domani?
Abbiamo già constatato che la politica dell'attuale Presidente del Consiglio è fuori dagli schemi e che ciò ha, finora, premiato. Ovviamente gli alleati della Meloni stanno scalpitando per "piazzare" le pedine giuste su qualche buona poltrona. Non a caso Bisignani emerge il giorno dopo le elezioni, e oggi, a distanza di qualche tempo dall'insediamento del governo, dopo le festività. Un po' come a dire "vabbè ora possiamo nominare qualcuno, dai". Ma i meloniani non lo vogliono proprio sentire il Grande Lobbista.