Propaganda Live, Zoro prende di mira Meloni e Zaia su vino ma non ride nessuno

Diego Bianchi doveva essere a corto di idee per fissarsi sull'evento Vinitaly che ha visto la partecipazione della premier

di Redazione
Giorgia Meloni
Politica

Meloni al Vinitaly difende l'eccellenza italiana ... ma a Propaganda Live viene derisa

Diego Bianchi, in arte “Zoro”, un passato di collaboratore anche con Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, deve essere a corto di idee, complice il clima pasquale che In Italia induce sempre a pericolose rilassatezze tattiche.

Ad esempio, ieri sera a Propaganda Live su La 7, il buon Diego non aveva evidentemente fatto una cippa in attesa di uovo e companatico e così ha fatto un po’ come facevano a scuola quegli studenti birichini e svogliati che quando non studiavano improvvisavano il tema con risultati in genere rovinosi e così è stato per Zoro. Si vedeva lontano un miglio che il clima pasquale spingeva alla smobilitazione e in studio si cazzeggiava più del solito, sperando che il tempo passasse velocemente e suonasse la campanella del liberi tutti, con fugone fantozziano verso mare e montagne.

Così Bianchi, non ha trovato di meglio che fissarsi sull’evento Vinitaly con Luca Zaia come anfitrione e Giorgia Meloni ospite di eccezione.

Dicevamo che lo staff era a corto di idee e quindi si è concentrato in una estenuante analisi perculante e petulante di quello che dicevano Zaia e la Meloni, al fine di strappare uno strano riso equino femminile che si sente in studio fin dalle prime apparizioni del programma. Zoro si è concentrato sulla verve con cui la Meloni ha difeso l’industria vinicola italiana, secondo lui eccessiva, in realtà giusta visto l’enorme peso che ha nella nostra economia, ma sappiamo che dalle parti del Pd produrre ricchezza non interessa quanto produrre povertà.

Propaganda Live, "Zoro" prende di mira Zaia, colpevole di aver distaccato il Veneto dall'Italia sul vino

I fotogrammi venivano fermati, poi rallentati, poi di nuovo fermati, poi ingranditi i particolari mettendo in luce aspetti scomposti del volto del premier in una operazione che giornalisticamente viene considerata sempre molto scorretta un po’ come se un fotografo birichino cogliesse Diego Bianchi mentre con la lingua al vento cerca di leccarsi un’ascella in una afosa giornata d’estate. In sottofondo continuava sempre il misterioso riso equino che dava al tutto una sensazione di desolante irrealtà. Poi Zoro ha preso di mira il governatore veneto Zaia perché ha osato dire che il Veneto era il quarto esportatore di vino, staccandolo dall’Italia che è il primo produttore del mondo.

Il riflesso patellare da centro sociale avariato che ha Bianchi è scattato immediatamente e non si è potuto trattenere dal dire che “Questi sono sempre gli stessi”. “Questi” sarebbero il centro – destra e in particolare la Lega percorsa da rivendicazioni autonomiste mai sopite facendo finta di non sapere che quando c’è un’eccellenza, è il vino veneto lo è, il dato viene usualmente dato scorporato proprio per rimarcarlo, come del resto di fa ad esempio con il Pil della California messo nella stessa classifica di quello degli Stati Uniti.

Ma dicevamo che il clima di ieri era quello della smobilitazione totale in vista delle vacanze Pasquali, ma in questo caso non sarebbe meglio saltare una puntata e fare le cose seriamente magari inquadrando un cartello con scritto “chiuso per ferie”? Si farebbe una figura migliore e si rispetterebbero di più gli spettatori e l’editore che paga lautamente per un prodotto che non ha.

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