Regionali: FdI sta già preparando le giunte. Chi scalpita tra i meloniani

INSIDE/I sondaggi fanno intravedere il successo del centrodestra sia nel Lazio che in Lombardia, con il partito della Meloni che stravince la partita interna

Di Lorenzo Zacchetti
Da sinistra: Giovanni Donzelli, Francesco Lollobrigida, Ignazio La Russa e Giorgia Meloni, lo "stato maggiore" di FdI
Politica

Dopo il trionfo del 25 settembre, FdI punta al bis nelle regioni

I vertici di Fratelli d'Italia stanno lavorando alacremente sulle elezioni regionali ormai imminenti. In gioco non c'è tanto il risultato amministrativo, quanto le conseguenze politiche delle due partite in Lazio e Lombardia, che vedono la squadra di Giorgia Meloni largamente avvantaggiata. Il riferimento diretto alla Premier non è casuale, perché in un quadro ampiamente favorevole al centro-destra è proprio Fratelli d'Italia che conta di fare il botto, confermando il trend iniziato con le politiche e proseguito con l’ulteriore crescita nei sondaggi.

Non a caso le campagne pubblicitarie nelle due regioni vedono il volto della Meloni in primissimo piano e il nome dei candidati locali molto più defilato. Questo da un lato rassicura Lega e Forza Italia, che non stanno certo vivendo il momento più felice della loro storia, ma dall'altro pongono serie domande al ceto politico che ruota intorno alle due più importanti amministrazioni regionali italiane in merito a quale tipo di spoils system verrà effettuato dopo il voto. 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Elezioni regionali? Si, ma con l'effetto-Meloni ancora vivissimo...

Ad esempio in Lombardia la presenza di un candidato come Attilio Fontana in quota Lega fa sì che Fratelli d'Italia reclami per sé almeno l'80% dei posti nella futura Giunta, compresi ruoli di peso come la vicepresidenza e l’assessorato alla Salute (non necessariamente accorpati, come fu con Letizia Moratti).

Qui in prima fila c’è Romano La Russa, fratello del presidente del Senato Ignazio La Russa, ma anche figure in crescita come Franco Lucente, che proviene dalla militanza nella destra giovanile e si è fatto tutta la gavetta sul territorio e, per opposto, Marco Bestetti, “nuovo acquisto” del mercato meloniano: era considerato il “delfino” di Silvio Berlusconi, che lo aveva nominato coordinatore nazionale dei Giovani, ma la mancata candidatura alle ultime politiche lo ha convinto a cambiare casacca. Una freccia in più all’arco di Daniela Santanché, zarina lombarda di FdI, che dopo aver fatto la padrona di casa alla recente convention del partito svoltasi proprio nell’auditorium della Regione (non senza polemiche), dovrà gestire una squadra ricca di personalità forti e ambiziose.

Altrettanto sbilanciata è la situazione nel Lazio dove nonostante alcune gaffe di Francesco Rocca - perfidamente paragonato da Dagospia a Enrico Michetti, che ha perso la sua corsa alle comunali romane - il centro-destra veleggia verso uno storico successo. Le due partite vanno in realtà considerate come le due metà della stessa mela, perché come già successo alle elezioni politiche la coalizione sta discutendo del criterio col quale assegnare le poltrone. Evidentemente, una mera assegnazione percentuale premierebbe Fratelli D'Italia, penalizzando soprattutto la Lega, che vede espugnata la sua storica roccaforte lombarda.

Sono quindi in corso febbrili consultazioni per trovare un equilibrio di tipo nazionale, grazie al quale nessuno ne esca palesemente umiliato. Tuttavia è fin troppo evidente che Giorgia Meloni, Giovanni Donzelli e Francesco Lollobrigida abbiano pieno titolo per giocare la parte degli azionisti di maggioranza. Di conseguenza c'è molta agitazione nelle altre due ali della squadra, specialmente in Lombardia, dove chi ha vissuto di rendita per 28 anni si trova ora per la prima volta messo in discussione e, cosa che nessuno aveva mai messo in conto prima di oggi, da parte del fuoco amico.
 

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