Speranza, dalla zona rossa alle scene mute: tutte le sue responsabilità

L'ex ministro della Sanità Roberto Speranza sta cercando di scaricare su Giuseppe Conte la responsabilità della mancata zona rossa in Lombardia

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Covid, Roberto Speranza ebbe un ruolo determinante nella istituzione della "zona rossa" durante la pandemia. La procura di Bergamo indaga da tempo sui ritardi 

Cominciano finalmente ad emergere delle responsabilità evidenti nella gestione della pandemia di Covid, almeno nella fase iniziale. L’allora ministro della Sanità Roberto Speranza ebbe un ruolo determinante nella istituzione della cosiddetta “zona rossa” intorno a due paesi della Lombardia Alzano e Nembro, che divennero poi i due focolai che infettarono tutta l’Italia. Sono anche state pubblicate delle mail tra Speranza e Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, in cui emerge la resistenza di Giuseppe Conte, allora capo del governo giallo – rosso a instaurare la zona rossa.

Ora su questi fatti sta indagando da tempo la procura di Bergamo e la “veritàprocessuale emergerà solo in questo contesto. Tuttavia è importante svolgere alcune considerazioni politiche sulla vicenda della gestione della pandemia. Intanto è scoppiata in Italia, secondo Paese al mondo e primo in Occidente per la serie “non ci facciamo mai mancare niente”. Certo, può essere dovuto al caso o forse alla necessità ma sospettiamo che sia invece dovuto alla impreparazione storica dei nostri politici e in specie dei ministri. È mai infatti possibile che l’Italia sia sempre in testa a tutti i record negativi a partire dal Pil, all’inquinamento, alla disoccupazione, alle truffe (vedi bonus edilizi e reddito di cittadinanza) e chi più ne ha più ne metta?

Tornando al tema Covid la sua gestione è stata quanto mai approssimativa, ma non stiamo dando a Speranza competenze mediche che non ha e non potrebbe avere e che non abbiamo neanche noi, ma responsabilità amministrative sì. Poteva essere fermata la pandemia? E una volta iniziata è stata trattata al meglio? Tutti temi complessi che richiedono ora però delle risposte precise perché la pandemia ha cambiato in peggio la vita di milioni di persone e in questo la Cina ha una specifica responsabilità che la comunità mondiale non le ha ancora contestato, se si fa eccezione per Donald Trump.

Nella sua presentazione programmatica Giorgia Meloni ha detto che si farà una Commissione specifica sulla gestione del Covid. Naturalmente l’”imputato” principale è Roberto Speranza che ora sta cercando di “scaricare” su Giuseppe Conte la responsabilità della mancata zona rossa in Lombardia che ha ritardato poi le misure giuste da prendere provocando migliaia di vittime in più. Pochi giorni dopo poi Conte parlò di zona rossa per tutta la Regione e una fuga di notizie da Palazzo Chigi provocò una fuga di massa degli “infetti” dalla Lombardia in tutta Italia e la frittata era così compiuta.

Successivamente ci fu una gestione bizzarra del lockdown visto che si tenne tre mesi la gente agli arresti domiciliari con pochissimi contagi. Il che avrebbe senso se si fossero usati i tre mesi per creare posti in terapia intensiva, cosa che non fu fatta. Ricordiamo scenette comiche di carabinieri che calcolavano il raggio del cerchio in funzione del Pi greco e della circonferenza per sapere se l’incauto cittadino avesse superato il raggio di 100 metri dall’abitazione, limite consentito dalla stringente normativa del governo. Oppure chi fu accusato da solerti militi per aver preso solo del vino da un supermercato e quindi denunciato perché non si trattava di beni di prima necessità.

Ma la vicenda clamorosa è stata quella del green pass che anche il governo Draghi ha mantenuto. La bomba arrivò dagli Usa quando Anthony Fauci - capo dei medici della Casa Bianca - disse che i vaccinati contagiavano esattamente come i non vaccinati. In Italia Speranza fece scena muta. Si trattava di una illogicità. Se tutti contagiano allo stesso modo perché solo i vaccinati potevano andare al lavoro? Lo disse a suo tempo solo Giorgia Meloni, ma la norma restò e resta anche attualmente per le strutture sanitarie. Un vero mistero.

E poi Speranza non ha mai fatto luce sui suoi rapporti con il pessimo capo dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, il maggiore responsabile mondiale della pandemia, che come ringraziamento ha avuto pure una sua riconferma come la ebbe Speranza nel secondo governo Conte. Si tratta dei noti effetti del mondo alla rovescia. Ne Speranza ha detto nulla sul mancato aggiornamento del piano anti-epidemico scoperto da Report, ne ha spiegato i 10 milioni di euro dati all’Oms che poi si dichiarava utile “foglia di fico governativa”.

E poi come mai la Sanità è ultima nei fondi del PNRR sebbene essi siano dovuti proprio alla pandemia? Dove stava Speranza quando si tagliava la torta? L’altra sera l’ex ministro però è incappato finalmente in un Michele Santoro che lo ha fatto nero facendogli le domande giuste e ficcanti a cui ha potuto rispondere un comico “ma io l’ho votata!”; al che Santoro rispondeva con un magnifico “E che me frega?”.


 

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