Conference League, Fiorentina battuta al novantesimo dal West Ham
Dopo la Roma a Budapest, è toccato alla Fiorentina ingoiare lacrime amare all’Eden Arena di Praga per la finale di Conference League.
Dopo la Roma a Budapest, tocca alla Fiorentina ingoiare lacrime amare all’Eden Arena di Praga, dove a esultare sono stati i londinesi del West Ham, che alzando al cielo la Coppa della Conference League hanno cantato a squarciagola il coro ‘I’m forever blowing bubble’.
Ad aprire la serata sono stati i ragazzi della scuola di danza ‘Malastrana’ di Praga, sulle note rock delle chitarre elettriche, mentre Vladimír Šmicer allenatore di calcio ed ex calciatore ceco, centrocampista che a marzo 2019 venne scelto come ambasciatore per gli Europei 2020, entra in campo con il trofeo in palio.
Quinta finale per la Fiorentina, ma ritorno ai massimi livelli anche per il West Ham, che l’anno scorso aveva giocato la finale di Europa League contro la Roma.
Partita accesa fin dai primi minuti con lo scontro tra Domilson Cordeiro dos Santos, noto come Dodô, fiorentino e Mohamed Saïd Benrahma beniamino dei londinesi, con una serie interminabile di interruzioni per gli oggetti lanciati in campo dai tifosi inglesi (prevalentemente boccali di birra in plastica), che arrivano a coinvolgere anche il capitano viola, colpito alla nuca da una sigaretta elettronica di colore bordeaux. Cristiano Biraghi fortunatamente ha continuato a giocare, dopo essere stato medicato e fasciato con una benda coordinata alla divisa.
Irrequieto e indomabile anche Vincenzo Italiano, allenatore della Fiorentina, che in prospettiva “finale” aveva esortato i suoi ragazzi con un ‘dobbiamo dare tutto’, invitando anche i tifosi a fare altrettanto. I viola dominano, ma il risultato non si sblocca.
I cori si fanno sempre più insistenti, stimolati dallo stesso allenatore, ma la doccia fredda travolge tutti al 60’ col tocco di mano proprio di Biraghi: decisione arbitrale netta e rigore battuto da Benrahma, che spiazza il portiere fiorentino e porta il West Ham in vantaggio.
Sei minuti e ci pensa Giacomo Bonaventura a pareggiare le carte, segnando il suo settimo gol stagionale e portando in alto il settore delle giovanili viola: la partita si accende, anzi si infuoca e le ammonizioni cominciano a fioccare come grandine.
Il pareggio lascia per mezz’ora gli spettatori con il fiato sospeso, ma al novantesimo minuto Jarrod Bowen è il più lesto a vedere uno spiraglio tra le maglie viola e spiazza il portiere Pietro Terracciano. Gelo e silenzio nella curva toscana calano insieme alle prime lacrime.
Sulla coppa sarà inciso il nome della squadra londinese, West Ham, che porta a casa il trofeo per la seconda edizione della Conference League e moltiplica i salti di gioia nell’abbraccio all’allenatore ed ex calciatore scozzese David William Moyes, mentre i fiorentini per consolarsi, intonano insieme alla tifoseria il coro per la squadra.
Nikola Milenković, la ‘roccia nera’ di Firenze - come veniva soprannominato al Partizan di Belgrado e connazionale di Dušan Vlahović, oggi attaccante della Juventus - se lo sentiva: e la percezione di quella sensazione di pericolo, purtroppo, è diventata cocente delusione.
E se non bastasse, la Fiorentina non riesce a smuovere la Juventus dal settimo posto in campionato, quindi - salvo ulteriori penalizzazioni alla squadra bianconera - non approderà in Europa nella prossima stagione.