MUSC’, MUSCILL’, SUREC’ E SURICILL’ di Vincenzo Bambacigno
Il completamento dei lavori di restauro della ex Chiesa dei Morticelli a Troia (Fg), è occasione per il recupero di un racconto del compianto Vinceno Bambacigno
Il completamento dei lavori di restauro della ex Chiesa dei Morticelli a Troia (Fg), tra il dibattito sulla scelta relativa all’intitolazione caduta sullo storico francese Jean Marie Martin - studioso e promotore della storia e del patrimonio archeologico troiano - e il partecipato convegno inaugurale “Incontri con l’Esperto” a cura dell’Università di Foggia e del Policlinico di Foggia, è occasione utile al recupero di un simpatico racconto del compianto Vincenzo Bambacigno ambientato proprio in quel contesto ben presente nella memoria ancora di tanti. Si ringrazia per l’aurizzazione alla pubblicazione Franco Bambacigno. (ag)
Musc' e Scittalla'.
di Vincenzo Bambacigno
"Eravamo capitati per la prima volta con un gruppo di amici nella Chiesa dei Morticelli, alla messa delle 11, che era la più comoda a causa delle ore piccole che eravamo soliti fare. Il posto non era molto allettante, soprattutto per le anime del Purgatorio dipinte alle pareti, tra le fiamme, facce livide, bocche ed occhi spalancati verso il cielo imploranti un po’ d'acqua e braccia alzate.
Dominus vobiscum - Et cum spiritu tuo. - Sursum corda. - Habemus ad Dominum.
Ma con quelle scene, c'era poco da tenere i cuori al Signore. Il gelo però, piano piano si stemperava; anche perché i confratelli della " Congrea dei Morti" cominciavano a salmodiare in latino. Sembravano bestemmie orrende e tutti cominciavamo a ridere. ma la campanella della Elevazione e le parole del sacerdote imponevano il silenzio.
Corpus Domini nostri Jesu Christi......non si sentiva volare una mosca; tutti in ginocchio o a capo chino, compreso il sacrestano che aveva interrotto la questua.
Ad un tratto, un impercettibile: “Musc!” (Micio, vieni qua!).
Come morso da una tarantola, il sacrestano in piedi, rosso in viso, occhi di fuori e bestemmie sulla bocca: “Chi è stato?!”
Tutti immobili, mani giunte o braccia conserte a guardar l'altare.
“Ma perché si agita tanto! - pensai - tanto, lui lo chiamano sur'cill” (cioè piccolo sorcetto, topolino). La folgorazione dell'accostamento fu istantanea e dovemmo scappare fuori per evitare che la risata trattenuta ci facesse crepare.
La domenica successiva, stessa scena, stesso cerimoniale, stesso ufficio dei fratelli della Congrega, stesso momento magico. Eravamo tutti tesi nell'aspettare lo stesso "Musc'!", invece arrivò, puntualissimo, un sonoro: “Scittallà!” (gatto vai di là).
Quella che fu la stessa, fu la parolaccia del sacrestano che cercava sempre il responsabile. Anche quella volta, stessa fuga precipitosa fuori dalla chiesa".
(gelormini@gmail.com)
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Pubblicato sul tema: Troia (Fg), 'Incontri con l'Esperto' nel nuovo Auditorium Jean Marie Martin