Sanità Lazio: Rocca “chiede aiuto” al pronto Soccorso. Chi è Carolina Casini
Pediatra ospedaliera da 18 anni, Carolina Casini è la professionista che Francesco Rocca ha voluto vicino per studiare l'emergenza
Una pediatra del Pronto Soccorso dell'ospedale Sant'Andrea al capezzale della sanità di Roma e del Lazio, ormai ridotta ai minimi termini. Di fronte alla chiamata della politica, Carolina Casini, non si è tirata indietro e dopo 18 anni di prima linea in ospedale ha detto sì al candidato del Centrodestra, Francesco Rocca. E' uno degli esperti che l'ex presidente della Croce Rossa ha chiamato al suo fianco ”come tecnico per la politica – precisa – e non come tecnico della politica”.
Allora dottoressa, cerchiamo di capire cosa accade nella sanità del Lazio e perché la situazione dei Pronto Soccorso di Roma è critica.
“Va bene ma si sbrighi perché io sono di turno al Pronto Soccorso e se arriva qualche emergenza attacco il telefono senza neanche salutarla”.
Ma come non è in piena campagna elettorale?
“Sono in campagna elettorale ma ho deciso di non avvalermi della legge che permette il congedo. E' la mia natura”.
Finito il Covid sembra finita anche la Sanità, che succede?
“L'emergenza nel Pronto Soccorso sta raggiungendo livelli drammatici. Due giorni fa e dovevo andare a soccorrere una bambina nell'area rossa e ho dovuto scavalcare le barelle dei pazienti che aspettavano alcuni da 2-3 giorni un posto letto o da noi o in altrio spedalii. Poche risorse, spazi pochi, risorse umane ancora meno, non ci sono medici, non cè personale e anche tutta la struttura che consentirebbe di snellire la procedura di ricovero va rivista”.
E' vero che c'è ancora il fax per conoscere la disponibilità di posti letto?
“Sì inviamo ancora fax. Tra le nostre priorità c'è da risolvere l'affollamento”.
Ma il sito internet Salute Lazio che dà in tempo reale l'affollamento negli ospedali non dovrebbe dare un quadro esauriente?
“Gli schermi non funzionano quasi mai”.
Non è per caso che la Sanità di base non funziona e vanno tutti negli ospedali?
“La medicina del territorio va rafforzata e i pazienti ricorrono al Pronto Soccorso”.
Ma i medici di base non dovrebbero visitare a casa i pazienti e indicare cure quando non è necessario il Pronto Soccorso?
“Io non voglio aprire polemiche, dico che non è che non visitano ma la Sanità di base va rafforzata”.
Ma c'è un medico di base, la dottoressa Corongiu che già si candida. E inoltre è anche presidente della Fimmg, la federazione dei medici di base... Scontro?
“Guardi io vorrei parlare delle cose che ho in mente e che farò se eletta. Sia chiaro che non cado nelle polemiche pre elettorali”.
Spostiamoci sulle case della Salute: dovevano essere la soluzione della medicina di prossimità. Invece?
“Sono sulla carta una meravigliosa proposta però purtroppo siamo ancora lontani. E' una soluzione interessante ma va messa in pratica”.
Una soluzione?
“Tra le soluzioni sono un'idea valida”.
Se le dico che non hanno mai funzionato lei è d'accordo?
“Lo ha detto lei”.
Parliamo di ambulanze in fila e di barelle abbandonate nei corridoi con i pazienti in attesa. Dove si inceppa il meccanismo?
“Noi abbiamo un sistema in cui si raggiunge il limite massimo fisico di barelle disposte nella sala rossa. In teoria dovrebbero esserci il blocco delle barelle, nella pratica non avviene. Nonostante i medici dicono basta arrivano sempre i rossi. La riorganizzazione è della rete non del singolo ospedale e questo per ridare ai cittadini la dignità”.
Acquistare più barelle è una soluzione?
“Se venissero distribuiti i pazienti con raziocinio se non dipendesse da una perdona sola che sta in una centrale e avesse la situazione chiara del pronto soccorso non arriverebbero 30 rossi al Sant'Andrea e 1 in un ospedale e vicino. Bisogna efficientare la comunicazione tra i pronto soccorso e le centrali. Io questa roba l'ho vista da dentro”.
Dicono di lei che sia amica del candidato presidente Rocca peri trascorsi in ospedale e per il volontariato nella Croce Rossa. Vero?
“Oltre l'amicizia, stima conoscenza ed è stato il mio Dg per anni, poi volontaria dal 2009 e con Rocca c'è stima reciproca e collaborazione professionale e umanitaria. Non c'è stato un giorno in cui ho detto “scendo in politica”. Quando Rocca ha ricevuto al proposta ci siamo incontrati e mi ha proposto di far parte della lista civica e della squadra delle persone che vuole accanto”.
Oltre che medico è anche influencer. Le hanno mai detto che assomiglia un po' a Federica Pellegrini?
“Fino ad oggi mai e lo prendo come un grandissimo complimento perché è una donna che stimo molto. Ah, i social. Semplice: sono diventata popolare raccontando le storie delle mie missioni umanitarie come volontaria della Croce Rossa. Ho avuto 33 mila like quando ho raccontato la storia di un ragazzo del Ghana che avevo accolto come medico”.
A casa come commentano la candidatura?
“Le cito le parole dei miei figli, 23 e 25 anni studenti di Medicina: Mamma, ma avevi detto mai in politica...”. Oggi sono i miei due primi sostenitori”.
Quanti medici ci sono mediamente nei pronto soccorso quando c'è il caos?
“Succede anche di trovarsi con un medico ogni 50 pazienti”.