Sciopero Atac, il sindacato esplode: duri Cgil e Uil, Cisl e Ugl trattano

La corsa disperata al raggiungimento degli obiettivi del Concordato fallimentare frenata da uno sciopero senza senso. E il sindacato va in pezzi

Roma

Atac, concordato fallimentare al capolinea del 24 dicembre e scioperi, sempre di venerdì: quanto basta per allungare il week end dei tranvieri romani. E proprio sullo sciopero il sindacato si è diviso in due: da una parte i duri e puri di Cgil e Uil; dall'altra le colombe di Cisl e Ugl.

Ma per meglio comprendere come la “bomba Atac” sia stata innescata dallo sciopero di venerdì 11 novembre, è bene partire dai primi dati sull'adesione dell'agitazione che si conclude alle 12: metro A: chiusa; Metro B/B1: attiva con possibili riduzioni di corse; Metro C: chiusa; Termini-Centocelle: chiusa; Bus e tram: possibili riduzioni di corse. Dunque, per l'ennesima volta gli scioperanti puntano tutto sull'effetto annuncio, regalando alla città l'ennesimo venerdì nero visto che i romani già sono costretti a subire il quotidiano disservizio dell'azienda e quando solo sentono pronunciare la parola “sciopero”, si organizzano per andare a scuola o al lavoro come e meglio del battaglione San Marco.

Atac all'ennesimo esame sugli obiettivi del Concordato fallimentare

Ma torniamo alla scadenza di fine dicembre, momento in cui il Tribunale fallimentare di Roma dovrà verificare l'andamento del servizio per valutare la conformità della produzione e dei conti di Atac alla maglie strette che hanno permesso di evitare il fallimento. E che fa il sindacato puro: piazza uno sciopero due mesi prima nascondendosi dietro l'alibi puerile di voler sostenere i romani nella loro odissea quotidiana dei trasporti e denunciando che tutto ciò che accade è colpa “di Atac continua a produrre una serie di inefficienze derivate dalla mancanza di un management stabile, capace di imprimere con una visione strategica adeguata una svolta epocale e accogliere le tante istanze avanzate dalle organizzazioni sindacali, miranti alla riqualificazione dell’azienda, a beneficio dell’utenza e di chi vi lavora''.

Cgil e Uil cercano la solidarietà dei passeggeri lasciandoli a piedi

Insomma, dalla tutela dei lavoratori le segreterie di Filt-Cgil e Uil trasporti, si trasformano nei paladini dei viaggiatori come e meglio di un0'associazione di consumatori, regalando una giornata infernale e remando contro il raggiungimento degli obiettivi di produzione del trasporto, obbligati dal Concordato.

Cisl e Uil trattano con l'azienda con la clava dello sciopero

Chi invece ha capito che l'era della contrapposizione sindacale è finita sono i “furbi” di Cisl e Uil, i quali hanno ben compreso che se dovesse saltare l'esame del Tribunale, l'azienda finirebbe in poche ore in mano ad un curatore fallimentare senza nessun altra via per salvare servizio, patrimonio e stipendi dei lavoratori. Così hanno ingoiato il “differimento” dello sciopero, piccola furbata per dire che l'agitazione rimane una spada sulla testa di Atac ma che sono pronti a negoziare. Il comunicato emesso a meno di 12 ore di distanza dallo sciopero parla chiaro: “La Fit-Cisl Lazio e l’Ugl Autoferrotranvieri di Roma e Lazio hanno deciso di differire lo sciopero previsto per domani, 11 novembre, per i lavoratori Atac: per quanto ci pertiene, diciamo ‘no’ a decisioni che causerebbero ulteriori disagi alla cittadinanza, penalizzando anche la busta paga dei dipendenti. Raggiungeremo i nostri obiettivi tramite la contrattazione: abbiamo calendarizzato per mercoledì 16 novembre un incontro sul presente e futuro dell’azienda e sulla tutela dei diritti dei lavoratori”.

La sintesi è lapalissiana: lo sciopero costa ai lavoratori, meglio trattare perché se dovesse fallire l'obiettivo del Concordato, tutti a casa. Sindacalisti compresi

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