Calcioscommesse, la Figc riapre il caso Izzo. "Mentì per evitare squalifiche"

Il calciatore del Monza rischia una squalifica per falsa testimonianza. Ma é una corsa contro il tempo, il reato tra poco sarà prescritto

di redazione sport
Armando Izzo (foto: Instagram)
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Calcioscommesse, si riapre il capitolo Izzo. Le motivazioni della sentenza che ribaltano tutto

Il caso scommesse nel calcio non é chiuso, dopo le squalifiche a Fagioli e Tonali potrebbero esserci nuovi guai all'orizzonte per un altro giocatore che era stato al centro di uno scandalo sempre legato alle scommesse in passato: si tratta di Armando Izzo del Monza. Nel 2017 - si legge su Il Fatto Quotidiano - fu squalificato in appello per soli 6 mesi (dopo i 18 comminati in primo grado). In quel momento gli inquirenti Figc avevano in mano gli atti di un'inchiesta chiusa da poco e non ancora approdata a processo. Non potevano sapere quel che sarebbe accaduto quattro anni dopo. È il 10 gennaio 2021 quando Izzo accetta di farsi interrogare in aula. Ha il diritto di tacere e di mentire. Però risponde. Dice cose diverse da quelle dette durante le indagini. Il pm Maurizio De Marco gliele contesta, l’avvocato Rino Nugnes gli chiede spiegazioni: "Perché sapevo che c’era di mezzo un processo sportivo e quindi sapevo che dicendo la verità lì mi avrebbero tagliato la testa, non avrei giocato più a calcio".

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E sul campo adesso come la mettiamo? Il condannato Izzo può continuare a giocare come nulla fosse? A quanto apprende il Fatto, la Procura Figc ha chiesto gli atti per valutare se ci sono gli estremi per processarlo una seconda volta (servono “fatti nuovi”), o quantomeno contestargli la falsa testimonianza. Il problema è la prescrizione, che scatterebbe facendo partire il conto dalla testimonianza, ma non dalle motivazioni. Resta comunque un monito per la giustizia sportiva, che le istituzioni vogliono rapidissima (la Figc si vanta dei suoi processi lampo), ma spesso si perde per strada pezzi di verità. Vale per Izzo, per la Juve (assolta per le plusvalenze e poi condannata grazie alle intercettazioni di Torino), e magari un giorno scopriremo che varrà pure per l'ultimo scandalo scommesse.

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