Coronavirus, un cancro di questi tempi? Torni più tardi, non c’è posto - Affaritaliani.it

Buonasanità

Coronavirus, un cancro di questi tempi? Torni più tardi, non c’è posto

Giusi Urgesi

Il Coronavirus ha avuto in pochi giorni il potere di far emergere violentemente tutte le falle di una Sanità groviera voluta da anni da una politica scellerata che è chiamata oggi a far fronte ad un'emergenza senza precedenti. Anni di tagli voluti da onorevoli e amministratori locali a digiuno di questioni sanitarie, privi della benché minima conoscenza di quel che accade realmente nella vita quotidiana di un reparto ospedaliero, né di cosa sia l'emergenza su un'ambulanza 118 in disperata corsa per salvare una vita. Tagli attuati sulla pelle altrui da chi non avrebbe mai lontanamente immaginato che in questa pandemia da Coronavirus tutto il male compiuto a scapito di pazienti e operatori sanitari sarebbe loro tornato indietro come un boomerang beffardo e inesorabile.

Si, perché adesso loro stessi, peraltro a rischio di contagio come tutti, sono disperatamente chiamati a risolvere l'immane problema delle rianimazioni al collasso per il numero quotidiano di nuovi positivi al Coronavirus, nettamente superiore alla disponibilità di posti letto, a tal punto da essere necessari trasferimenti fuori regione! E senza neppure poter aprire nuovi ospedali perché mancano medici ed attrezzature! Scuole di specializzazione ostinatamente a numero chiuso, con pochi neospecialisti per anno,non in grado di sostituire numericamente l'esercito di medici andati in pensione o fuggiti all'estero!

Concorsi di specializzazione desertificati
dalla demotivazione di giovani dottori spaventati dal dover sopperire in pochi, sottopagati e spesso anche denunciati, al lavoro di tanti. Da qui il disperato bisogno di utilizzare in emergenza specializzandi inesperti perché ancora in formazione ed ex medici in pensione richiamati in corsia. Per non parlare del personale di 118 allo sbaraglio, in un'emergenza Coronavirus che ha colto di sorpresa e trovato molti impreparati, con misure di protezione e protocolli sperimentati faticosamente giorno per giorno sul campo, spesso a scapito della sicurezza dell'equipaggio.

Medici in prima linea, a rischio continuo di contagio, stremati da turni massacranti senza sosta perché come in una guerra il dovere chiama ed è impossibile lasciare il fronte. Medici fino a ieri bistrattati e oggi osannati come eroi del momento....quando eroi silenziosi lo sono sempre stati! Mentre le malattie continuano regolarmente a colpire i pazienti talora inevitabilmente lasciati in un pericoloso stand by perché nell'emergenza attuale sono state abolite diagnostica e terapie programmate con una sola motivazione....il Coronavirus ha la precedenza! Come può attualmente un qualsiasi cittadino permettersi il lusso di ammalarsi di cancro, se non può al momento essere studiato né curato? Pazienti dunque condannati ad aggravarsi anzitempo e morire perché è il momento sbagliato per ammalarsi!

Come al solito a farne le spese soggetti inermi colpevoli soltanto di aver contratto il Coronavirus o altre malattie che ahimè non vanno in quarantena. Un popolo oggi tristemente recluso nelle proprie case per cercare di arginare l'epidemia divenuta pandemia probabilmente per malagestione della diffusione di un virus inizialmente sottovalutato.

A noi italiani, finora trattati dai vicini d'Europa come untori a cui chiudere i confini, non resta che sperare mestamente e con innegabile umiliazione nell'aiuto di risorse e medici giunti dall'estero....quegli stessi italiani sempre generosi con tutti che fino a qualche anno fa potevano vantarsi di una delle migliori Sanità nel mondo, irrimediabilmente distrutta da dilettanti allo sbaraglio col delirio dell'onnipotenza! Un pensiero, in conclusione, per i colleghi contagiati sul campo che stanno lottando e una prece per quanti invece hanno perso la loro battaglia contro un virus che non perdona!