Cronache dal mercato dell'arte
La rassegna 8 albe porta in Sicilia il meglio della video arte internazionale
Il progetto evidenzia i problemi più urgenti del Mar Mediterraneo, offrendo uno sguardo su una convivenza controversa e narrando le difficoltà future
La rassegna 8 albe porta in Sicilia il meglio della video arte internazionale
Una rassegna internazionale di video arte in piena estate, nello scenario di uno dei luoghi più belli della Sicilia. Dal 1° al 29 agosto, nell’affascinante cornice di Dimora delle Balze a Noto, va in scena 8 albe, rassegna dedicata all’arte contemporanea, con focus sulla video arte, che per quattro giovedì del mese propone una programmazione di altissimo livello con una selezione di opere e artisti internazionali curata da Carolina Ciuti.
8 albe affronta quest’anno il tema dell’acqua e degli oceani esplorati attraverso linguaggi che vanno dal documentario alla finzione. “Tra le increspature: riflessi di una storia oceánica” è il titolo della seconda edizione in cui gli artisti invitati si muovono da prospettive poetiche, naturali e geopolitiche, mettendo in luce l'importanza dell'acqua come risorsa che influenza le decisioni dei governi e i movimenti delle popolazioni.
«La natura è al centro della nostra vita, delle nostre attività, di tutti i nostri progetti» sottolineano gli organizzatori. «Mediante le tematiche scelte di anno in anno con 8 albe, vogliamo approfondire ulteriormente l'indagine artistica sulla natura, focalizzandoci ora sulla narrazione dell'acqua e degli oceani. La contaminazione da plastiche, ad esempio, è un'emergenza che dobbiamo affrontare e fermare a ogni costo e il gesto creativo possiede una forza di denuncia che può contribuire a questa causa».
L'apertura della rassegna, giovedì 1° agosto, è affidata al cortometraggio This Is How We Walk On the Moon (27'20'') di Johanna Billing, artista rappresentata dalla galleria La Veronica di Modica. A seguire, la proiezione del cortometraggio Pacifico Oscuro (10') di Camila Beltrán che l’artista colombiana ha girato a Cali nel 2019. Selezionata nel Concorso Ufficiale del Locarno International Film Festival 2020, quest’opera narra un passato in cui le donne stringevano patti con le forze mistiche per padroneggiare l'arte del canto. Ma, a poco a poco, tutta questa conoscenza che hanno tratto dagli antenati è stata dimenticata e ne sono ancora orfane. La prima serata si chiuderà con la conversazione fra la curatrice di 8 albe, Carolina Ciuti, e Giulia Civardi, scrittrice e curatrice.
La programmazione proseguirà l’8 e il 22 agosto con le opere di artisti di fama internazionale come Daniel G. Andújar (Almoradí, 1966) con El juguete de los hados, 2022 [Il giocattolo del fato]. Si tratta di un video mono-canale che mostra una statua di Poseidone che solca il mare ingabbiato a bordo di Baya Rimes, una barca come molte di quelle che, quotidianamente, raggiungono le coste del Mediterraneo. Il video è stato realizzato a largo delle coste baleari e presentato in occasione della mostra personale, Patente de Corso, a Es Baluard Museu d’Art Contemporani de Palma (Maiorca).
Seguono Julian Charrière (Morges, 1987) con Iroojrilik, 2016 e Aimée Zito Lema (Amsterdam, 1982) con The Sea as Common Ground (From a Wave Point of View), [Il mare come terreno comune (Dal punto di vista di un’onda)] del 2022. Zito Lema utilizza spesso il materiale d'archivio come punto di partenza e ispirazione per i suoi progetti. Nata ad Amsterdam e cresciuta a Buenos Aires, l'artista si identifica fortemente con le narrazioni storiche di entrambi i paesi. In questo suo lavoro in particolare, esplora varie storie legate al mare di Whitstable (Regno Unito).
Basandosi su interviste e documenti d'archivio del Whitstable Museum, Zito Lema intrecciai racconti presenti e passati di episodi di interazione e solidarietà tra esseri umani in circostanze complesse come inondazioni estreme, la lotta per la difesa marittima, la conquista della terra (compresa la riva del mare e il suo sfruttamento economico) e la pressante questione della migrazione.
L’artista egiziano Basim Magdy (Assiut, 1977) con No Shooting Stars [Nessuna stella cadente] del 2016 affronta il tema dello spazio acquatico che è presente nella maggior parte dei racconti religiosi sulla creazione e scientificamente considerato la fonte della vita stessa. Tuttavia, una volta esaurito il ruolo dell’acqua come dispensatrice di vita, le civiltà terrestri attribuiscono poca o nessuna importanza agli oceani. Il territorio oceanico giace dormiente ai margini della nostra consapevolezza e non entra nei libri di storia.
A chiudere la rassegna, giovedì 29 agosto, sarà l’artista spagnolo Fito Conesa (Cartagena, 1980) con la proiezione e performance Anoxia, un preludio constante, medio-metraggio di 15 minuti che esplora la vita sotto il livello del mare. Prodotto dall’artista nel 2023 grazie a un premio conferito dal Departament de Cultura della Generalitat de Catalunya, Anoxia, un preludio constante, narra ciò che accade nella baia di Portmán, situata a Murcia, Spagna. Le navi solcano il Mar Mediterraneo, tracciando rotte intricate come chi disegna una serie di punti su una tela modificando irreparabilmente l’ecosistema, complice la nostra incapacità di affrontare il cambiamento e le notizie negative.
In sintesi, il progetto evidenzia alcuni dei problemi più urgenti del Mar Mediterraneo, offrendo uno sguardo su una convivenza controversa e narrando le difficoltà future, pur non rinunciando alla speranza. Si tratta di un'opera audiovisiva fatta di sensibilità e voci molteplici: una naumachia in tre atti. Alla proiezione seguirà una performance di Conesa insieme alla cantante d’opera Claudia Schneider (Roses), sodale della compagnia di Carles Santos. L’ingresso a ciascun incontro è libero su prenotazione scrivendo a press@8albe.com