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Cronache dal mercato dell'arte
Salvatore Garau, devastazione d'una regione in nome dell'ambiente

Salvatore Garau, ph Paolo Sanna Caria

Sardegna, devastazione d'una regione in nome dell'ambiente

Sardo di Santa Giusta, in provincia d’Oristano, Salvatore Garau è uno dei contemporary artist più apprezzati a livello mondiale. Oltre all’arte visiva, il Maestro ha coltivato con successo la musica (batterista del mitico gruppo Stormy six), la narrativa e il cinema. Da sempre attivo nella difesa dell’ambiente, Garau è attualmente impegnato in un’autentica battaglia. Ecco cosa ci ha raccontato.

Come artista non ho mai avuto paura di nulla, lo affermo senza orgoglio, semplicemente così sono stato “programmato”. D’altronde, che senso ha l’arte se non vissuta con coraggio dentro il proprio tempo bevendone tutta la bellezza e insieme l’orrore che ci circonda? Questo d’altronde è sempre stato, in tutte le epoche, un motore trainante dell’arte.

Capovolgere la banalità in favore di nuove visioni che siano comunque suggerimenti per nutrire nuove filosofie del vivere. In questo momento, purtroppo, sono costretto a parlare di un orrore che supera di molto la fantasia, e mi lascia inebetito e allo stesso tempo furioso per tanta follia che si sta mettendo in essere nella terra in cui sono nato.

Di cosa si tratta?

Oltre alla distruzione già avvenuta in tante parti dell’isola, solo alcuni esempi, vedi tra Alghero e Stintino, in Gallura ecc… Nel porto di Oristano sono sbarcate le nuove colossali pale eoliche che montate saranno alte circa 250 metri (50 in meno della Tour Eiffel) che dovranno viaggiare verso alcuni centri destinati ad “accoglierle”. Per far transitare i monconi di oltre 40 metri ciascuno, si è già cominciato a smantellare rotonde, incroci, alberi adiacenti di qualsiasi età o natura e, a colpi di ruspa, tracceranno nuove strade nei terreni privati, che si inerpicheranno anche sulle colline. Insomma, niente dovrà intralciare il cammino dei colossali mostri.

Tutto questo in nome di una transizione ecologica?

Certo! Ma una transizione ecologica che ci sta portando dritti all’inferno! Riesci a immaginare, a parte l’orrore estetico e l’inquinamento acustico, quanti problemi creeranno queste pale? Te ne dico solo alcuni: il basamento di ciascuna di queste torri è grande quasi come un campo di calcio. Immagina la profondità che andrà a rovinare falde acquifere e tutto un equilibrio naturale. Sai quante specie di uccelli vengono fatte fuori dalle pale? Alla loro base si trovano i cadaveri!

E quando saranno dichiarate obsolete (cosa che avverrà tra pochi anni) chi smaltirà tutta questa ferraglia? Non certo le società che installano gli impianti. 34 pale montate tanti anni fa in cima al Monte Arci, regno dell’ossidiana, non sono mai entrate in funzione e hanno lasciato sul monte solo devastazione, basta immaginare le colossali fondamenta in cemento armato che sono lì a fare bella mostra dello sfacelo ambientale.

Ormai sono tanti gli Stati che stanno ponendosi domande sul pericolo che creano alla salute. La maggioranza dei comuni danesi ha congelato i piani per i nuovi impianti, In Germania, Spagna, Canada e molti altri paesi nelle vicinanze delle torri stanno rivelando aumenti di malattie cardiovascolari, stress e tanto altro provocato dagli ultrasuoni e dalle basse frequenze delle turbine che, come minimo, richiederebbero per precauzione studi approfonditi come ormai sta avvenendo nel resto del mondo, mentre In Italia? Ma lasciamo perdere.

Riesci a pensare a un’opera che descriva questo danno ecologico e il pericolo per l’uomo?

lo confesso. È tale il potere dei potenti e il loro menefreghismo contro la protezione dell’ambiente (sono allibito del sostegno verso i mostri eolici perfino dei Verdi e Lega Ambiente!) che in Sardegna portano avanti da alcuni anni (ma ora è in atto un massiccio attacco) che non riesco a capire quali azioni potrei fare di forte impatto.

Per ora ho avvolto un “sudario” attorno alla mia gigantesca scultura “Anguilla di Marte” con una semplice scritta che denuncia la speculazione ai danni della terra sarda. L’unica opera a cui potrei pensare non è un dipinto e neanche un video, Le multinazionali interessate si farebbero grasse risate alla mia faccia. L’unica opera a cui potrei pensare, sarebbe un testo da diffondere in modo capillare dappertutto, scuole comprese, per risvegliare uno spirito patriottico soprattutto nei giovani che in Sardegna (e non solo) è andato scomparendo.

Per fortuna si stanno formando gruppi di persone coraggiose che, pur pacificamente, si mostrano determinate a non cedere un solo centimetro e mandare avanti la lotta. Non possiamo permettere allo Stato di chiedere il nostro suicidio in nome dell’ambiente. Pensa quale inquinamento creano le migliaia di ettari devastati dalle servitù militari. Pochi giorni fa cinque generali sono stati assolti: non era reato distruggere migliaia di ettari di spiagge d’incanto e macchia mediterranea con un’infinità di missili e bombe sganciate per anni! E tu, Stato, vieni a chiedere alla Sardegna ancora il nostro sangue?

Ma basta! Non possiamo più accettare di veder torturare nostra madre davanti ai nostri occhi! Pensa che le grandi estensioni di pannelli fotovoltaici surriscaldano l’ambiente e alterano il microclima locale causando l’allontanamento di tutte le specie animali di terra e di cielo e degli insetti impollinatori! Eppure, perfino il WWF di fronte a questa immane tragedia tace, da parte loro silenzio assoluto. Da non credere. Ripeto, stiamo vivendo il momento più drammatico della nostra storia.

La Sardegna ha sempre avuto uno spirito combattivo se non sbaglio

Forse il momento che stiamo vivendo potrebbe risvegliare uno spirito che nella popolazione in generale si è assopito e lo dico con profondo dolore. La situazione è talmente grave che richiederebbe una sommossa popolare dell’intera isola per settimane. I molti gruppi e associazioni di cui parlavo con l’aiuto di avvocati mandano avanti la lotta, ma in queste battaglie è necessaria la massa; e la massa la rendi combattiva quando riesci a toccare nel profondo il loro cuore.

Ti ricordo che nel 1969 a Pratobello (Orgosolo), l’intero paese compresi vecchi donne e bambini per un mese bloccarono l’esproprio di 12.000 ettari per costruire una servitù militare. Ecco, oggi sarebbe necessario quello spirito, in ballo c’è la sopravvivenza della nostra cultura antropologica e identitaria. La devastazione che portano migliaia di pale eoliche in terra e in mare e di chilometri di pannelli fotovoltaici, decreteranno la nostra fine e non ci sarà più ritorno. Lo Stato considera la Sardegna una colonia, terra di sfruttamento. Cito l’avvocato Giovanni Lampis “Nella teoria dello Stato, un Paese è fatto di tre elementi: popolo, territorio e sovranità. Senza controllo del territorio non c’è popolo. Senza controllo del territorio non c’è sovranità. Senza controllo del popolo c’è solo servitù.

Ho saputo dei tonni di Carloforte

Infatti, già ora la pesca dei tonni a Carloforte sembra irrimediabilmente compromessa a causa delle trivelle in azione per creare sul fondale i basamenti delle pale. E stiamo ancora parlando di ecologia? Usiamo le giuste parole; brutale speculazione ai danni dell’ambiente!

I politici cosa fanno?

Hai mai conosciuto un politico che ha mantenuto le promesse fatte? Ecco, nel caso della nostra neo eletta Presidente aspettiamo di vedere un’eccezione. Sono in ansia perché non posso dimenticare che la Todde era una dei vice ministri nel governo Draghi quando è stato spostato il minimo di produzione da meno di 2 GW a 6,2 Gwe questo non sarà sostenibile in nessun modo. Saprà la Presidente tornare sui suoi passi e far valere le istanze del popolo sardo? Della moratoria annunciata purtroppo non c’è da fidarsi.

Il fatto è che qualche sciagurato politico sardo a Roma e nell’isola aveva intanto già concesso permessi per lo sterminio che ora è in atto. Vista la gravità, comunque si sarebbe dovuto fare l’impossibile (da destra a sinistra nessuno escluso!) per bloccare tutto, ed era possibile. Eppure esiste una recente sentenza storica del 4 aprile 2022 del Consiglio di Stato che boccia senza appello la criminale (è la parola giusta) idea del Governo Draghi e delle sue pale eoliche, dichiarando che: “… la Regione Autonoma della Sardegna in base al proprio Statuto ha competenza legislativa primaria nel disciplinare gli aspetti paesistico-ambientali del proprio territorio…” perché i politici sardi della precedente e odierna legislatura non si sono avvalsi di questa lapidaria sentenza? Sai come definisco un politico sardo che tradisce i sardi? Non te lo dico.

I tuoi collezionisti ti sostengono?

Quando mi chiedono di vedere opere recenti rispondo loro che in questo periodo, a parte rarissime eccezioni, non ho il cuore per dipingere, e ovviamente mi capiscono perché conoscono il mio modo di procedere e di produrre. Certo, sostengono il mio percorso e le mie lotte e di questo sono loro grato. Ti racconto cosa è successo a uno dei miei rari collezionisti sardi (ma incredibilmente uno dei più grandi in Europa). Mi ha confessato di essere stato da poco pesantemente multato dalla forestale per aver potato due rami di una quercia nel suo terreno, perché non gli permettevano più di aprire una finestra. Solo due rami; devo aggiungere altro?






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