Caso Desirée, se un 16enne si droga, la colpa è anche dei genitori
A Milano un punto di eroina costa cinque euro
La colpa della terrificante morte di Desirée Mariottini, 16 anni, quindi minorenne, tossicodipendente, causata da un mix di metadone e psicofarmaci, stuprata da più spacciatori di origini senegalesi e ghanesi, clandestini, in uno stabile abbandonato nel quartiere centrale San Lorenzo di Roma, sembra dimostrare che l’orrore può trovare manifestazioni indicibili e che la politica dell’immigrazione degli ultimi anni ha fallito: secondo le stime in Italia ci sarebbero dai 250 ai 500mila irregolari, fantasmi senza diritti, che devono arrangiarsi per mangiare, dormire, lavarsi… una bomba che può distruggere la democrazia.
La colpa della morte di Desirée appare però essere non solo degli spacciatori clandestini e delle dieci persone che sembra non siano intervenute, i quali si spera ricevano tutti la pena massima. Nella fattispecie la famiglia di quella ragazza di Latina era, come si dice, problematica: era affidata ai nonni e il padre non la aveva riconosciuta. Come Desirée in Italia ci sono però tanti minorenni che si drogano nell’indifferenza dei genitori. Giovanissimi che hanno una pessima idea di sé, un senso di vuoto, un dolore enorme, paure e insicurezze gigantesche. Il corrispettivo dello sporco e del lurido del palazzo abbandonato in cui è morta Desirée. I trafficanti di morte sanno bene tutto questo e hanno cambiato il marketing della droga. A partire dal pricing (il prezzo). A Milano presso l’orribile Boschetto della droga di Rogoredo, la piazza di spaccio più frequentata del Nord Italia, facilmente raggiungibile in metropolitana, gestita da marocchini, quasi tutti irregolari, un punto di eroina costa cinque euro. Così c’è la fila di adolescenti (minorenni) che, dopo la scuola, o con i soldi della “paghetta”, o con quelli raccolti dai passanti alla fermata della metro con la scusa di non averne per il biglietto, vanno a bucarsi. Poi la inevitabile caduta nell’orrore. Le cronache milanesi sono piene di storie di ragazzine, e ragazzini, che si prostituiscono con gli stessi spacciatori del Boschetto in cambio di eroina (straziante l'episodio di qualche mese fa di una ragazzina stuprata da più soggetti e salvata dall’intervento di un tossicodipendente impietosito e attratto dalle urla di lei).
I genitori che cosa fanno? Fingono di non vedere. Distratti dal lavoro o dal lavaggio del cervello fatto dai talent show e dalle trasmissione televisive che raccontano di amori di vip (vip, si fa per dire): un’ evasione inutile, che crea confusione, disperazione, indecisione, sentimentalismo (si tralascia, a proposito di sentimentalismo, di affrontare il tema dei funerali delle vittime di tutto questo, come Desirée, con applausi, pallonicini, cartelli con angioletti e cuoricini). Una proposta per le varie Maria De Filippi, Barbara D’Urso, Mara Maionchi, Mara Venier e via dicendo: trasmettere degli spot: “Sei sicuro che tuo figlio minorenne non si droga? Ecco come riconoscerlo. Se lo scopri o hai dubbi, rivolgiti al Sert (Servizio per le tossicodipendenze) della tua città”.
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