Lo sguardo libero
Caso Olimpiadi 2026, il neo-statalismo 5Stelle “non vede” la liberale Milano
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Il concetto di merito sembra estraneo alla logica pentastellata
Stato liberale cercasi. Il sottosegretario al Governo, il leghista Giancarlo Giorgetti, dice al Senato che la proposta Torino-Milano-Cortina quali sedi delle Olimpiadi invernali del 2016 “non ha il sostegno del Governo ed è morta qui”.
Mancava armonia. Con Torino, guidata dalla sindaca 5Stelle Chiara Appendino, preoccupata della certezza delle risorse e della parità di rango con Milano; Cortina d’Ampezzo entrata nella candidatura all’ultimo (il che non parrebbe di per sé negativo) per volontà del governatore del Veneto Luca Zaia e Milano col sindaco Pd Giuseppe Sala, che soprattutto voleva che il brand Milano capeggiasse, precedesse le altre città nelle attività di comunicazione e marketing. Fondamentale la stroncatura di Simone Valente, sottosegretario 5Stelle ai Rapporti col Parlamento e responsabile dello Sport dei pentastellati: “Richieste di Sala insostenibili… Non in linea…”.
Le ragioni del sindaco Sala sembrano essere inoppugnabili dal punto di vista del business e del pensiero liberale. I grandi eventi trascinano il brand. Milano, che ancora vive gli effetti positivi a tre anni da Expo, prevedeva un giro d’affari di 2 miliardi, 40mila posti di lavoro, un nuovo palazzetto dello sport, il villaggio olimpico in un ex scalo ferroviario.
L’area metropolitana di Milano è una delle più ricche del mondo. Secondo lo studio “Global cities of the future” di McKinsey & Company, produce ogni anno 200 miliardi di dollari. Una crescita destinata a salire, con il resto dell’Italia lontana anni luce e con la distanza che aumenterà nella nuova economia globalizzata. Senza soldi pubblici, senza pubblica amministrazione. Anche se la verità può far male e suscita invidia: puro merito. Ed è già tanto Milano non corresse da sola (come noto, quando si fanno insieme le cose, per i furbi l’assunzione di responsabilità meglio sia nel torbido: così poi i meriti sono di tutti, i demeriti degli altri, anzi del più bravo).
Rimane il piano B: Milano-Cortina, con i veneti (a loro modo pragmatici) che sapranno riconoscere l’oggettiva superiorità nel mondo del brand Milano rispetto a quello Cortina d’Ampezzo. Resta tale infelice vicenda, che sembra riflettere quel lato statalista dei 5Stelle: tutti uguali (traduzione: tutti mediocri) e soldi (reddito di cittadinanza) a chi non lavora.