Lo sguardo libero

Il “vecchio” Biden indica i nemici Cina e Russia

Di Ernesto Vergani

Putin potrà rimanere al potere 37 anni, Xi Jinping a vita

Ci voleva un presidente anziano – compirà 79 anni a novembre –, che tempo fa è anche incespicato a più riprese sulla scaletta dell’Air Force One imitando la corsetta del predecessore Obama, di cui fu vicepresidente. Ci voleva Joe Biden per ricordare al mondo – dall’Europa dei lumi, intervenendo al G7 in Cornovaglia, al vertice Nato di Bruxelles e incontrando Vladimir Putin a Ginevra - che la civiltà con la c maiuscola è quella democratico-liberale, il meno peggio, l’unica che può garantire benessere, ricchezza, felicità, inclusione sociale per il maggior numero di persone via via sempre più grande: ciò si chiama progresso. Tutto questo, ha ribadito Biden al pianeta, si deve proteggere (Obama disse che la democrazia se necessario si  difende con la guerra) dal suo opposto: le autocrazie (etimologia: dal greco autokratés, “autocrate”, a sua volta da autós “stesso” con derivato di krátos “forza”).  Di questa specie sono la Russia di Putin, che, tra una riforma e l’altra, potrà rimanere al potere fino al 2036, quando avrà 84 anni, 37 anni di autorità, e la Cina di Xi Jinping: questi, già capo dello Stato, segretario del PCC - Partito comunista cinese e della Commissione militare centrale, a seguito dell’eliminazione del limite di mandato, se vorrà potrà essere tale tutta la vita.

Nessuno è ingenuo. Strada difficile. Tuttavia, Biden in una settimana ha ridato energia al legame transatlantico proponendo agli alleati europei - che pure per necessità fanno affari con Russia e Cina - di unirsi contro le autocrazie.  Ha riallacciato i rapporti con la Turchia di Recep Tayyip Erdogan. Ha inserito la sfida alla Cina nei programmi della Nato, pur sapendo che ci sono temi strategici come le telecomunicazioni, la rete 5G, le tecnologie verdi e la microcomponestica, dove il confronto col Paese asiatico è imprescindibile. Ha attivato un contradditorio positivo con Putin, mettendo paletti sulla cybersecurity, sui diritti umani (“Se Navalny – ha detto – dovesse morire in carcere le conseguenze saranno devastati”). Ha riproposto la questione dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato.

Che fare? Che cosa serve? Pragmatismo. Una sintesi l’ha fatta il nostro presidente del Consiglio Mario Draghi: “Il tema politico è l’atteggiamento nei confronti della Cina e in generale di tutte le autocrazie (…) Nessuno disputa che la Cina ha diritto di essere una grande economia, ma è una autocrazia che non aderisce alle regole multilaterali e non condivide la stessa visione del mondo delle democrazie. Bisogna essere franchi, cooperare ma essere franchi sulle cose che non condividiamo e non accettiamo".