Lo sguardo libero

La “non categoria” politica di Salvini è (quasi) vuota

Ernesto Vergani

Le scelte dei 5 Stelle sembrano maggiormente oltrepassare la tradizionale suddivisione centrodestra/centrosinistra

Dopo l’affermazione in Basilicata con l’elezione a presidente di Vito Bardi,  candidato di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, Matteo Salvini sostiene che centrodestra e centrosinistra sono categorie politiche morte. Inoltre afferma che la Lega è centrale a livello internazionale e che “ora si cambia l’Europa”.

Che cosa sono queste categorie? Certo non un minestrone dove si butta di tutto, seppure ciò possa servire a conseguire pragmaticamente risultati. E questa “non categoria”, per essere paradossalmente tale, dovrebbe essere declinata, interiorizzata e chiaramente comunicata. Per capire, vediamo di riempire siffatta teoria di elementi. Va detto subito: se c’è una forza politica che, coerentemente e sulla base dei propri paradigma e azioni, si può dire che sia venuta meno alla dicotomia destra/sinistra, essa sembra il movimento guidato da Luigi Di Maio. Infatti le sue condotte (comunque la si pensi) notevolmente sono originali e si differenziano da quelle degli avversari. In più ambiti: assistenzialismo, centralismo, democrazia diretta, obiettivi della politica, ruolo del cittadino, scelte economiche, statalismo.

A ben vedere, per quanto riguarda la Lega, il suo vero cavallo di battaglia è l’autonomia (in senso lato il federalismo) -… e che cosa aspetta la sinistra a riflettere su questo tema? Altra operazione del partito di Salvini è la lotta all’immigrazione/sicurezza, che, a ben guardare, sembra non essere programmaticamente così singolare  - al di là dei risultati effettivamente ottenuti -. Ibidem in politica estera: un sovranismo incerto, se non altro perché spartito con i 5 Stelle, che a volte pare usato strumentalmente, potenzialmente raggiungibile integralmente con grande difficolta: l’uscita dell’Italia dall’Ue e dall’euro appaiono quasi impensabili e ciò, secondo la maggioranza degli esperti, potrebbe avere effetti disastrosi a livello economico. Circa la centralità internazionale della Lega… bisognerebbe chiedere a Jean-Claude Junker, Emmanuel Macron, Angela Merkel, Vladimir Putin, Donald Trump… Su altri temi, come l’idea della politica, della democrazia e dell’economia, le distanze tra Lega e centrosinistra sembrano relative… lontananze che sarebbero in termini elettorali più colmabili vantaggiosamente dal secondo, se facesse scelte liberali pratiche, ben sia ponderate che comunicate. Confusamente pervenute le intenzioni da parte dei tre poli su due capitoli fondamentali: la riforma elettorale, messa in un  angolo, e quella costituzionale dello Stato: rimossa. Chissà chi e con quali peculiarità (“non categorizzabili”?) riaprirà tali questioni.