Lo sguardo libero
La rivoluzione della comunicazione fact based di Draghi
Semplicità, sani vecchi principi e conoscenza dell’italiano
Il neopresidente del Consiglio, Mario Draghi, dimostra di conoscere la regola di essenzialità e semplicità - che esprimono forza e potenza, come insegnano anche i latini (si pensi alla prosa di Cesare, Tacito e Seneca) - che richiede la comunicazione.
Appendice naturale di tale dettame dovrebbero essere i sani vecchi principi. Come, per esempio, convocare il Consiglio dei ministri alle 9:00 e non alle 22:30 per rispetto della funzione dei giornalisti, dei cittadini che la sera vogliono andare a dormire presto ma informati, e soprattutto di chi inizia a lavorare alle 6:30 e che, essendo impegnato il mattino e il pomeriggio a guadagnarsi il pane, non frequenta i salotti televisivi.
La sintesi, per usare un termine hegeliano, sarebbe la conoscenza della lingua italiana. Del resto, Alessandro Manzoni diceva che “il linguaggio è una questione morale” (e per questo si rivolge nella tomba di fronte a chi si fa scrivere libri da altri e li firma, tipi che paragonerebbe a dei ladri).
Non è un caso che l’esecutivo Draghi si è insediato di sabato. Il nuovo premier conosce che le decisioni importanti, a partire da quelle finanziarie, devono essere meditate e metabolizzate. È consapevole che la comunicazione deve essere fact based. Una rivoluzione per il circo giornalistico-mediatico-della comunicazione-dello spettacolo, in cui è difficile percepire la differenza tra chi è professionista e chi no… quando l’informazione è un diritto costituzionale.