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Obsolescenza ed economia circolare: risparmio e cura dell'ambiente

Redazione

L’Unione Europea ha dichiarato guerra all’obsolescenza programmata. A partire dal 2021, infatti, entrerà in vigore una direttiva in base alla quale i produttori di elettrodomestici dovranno fornire i pezzi di ricambio e quindi garantire le riparazioni per ben dieci anni. Inoltre, sarà obbligatorio che i pezzi di ricambio risultino di agevole reperibilità. Come si può intuire, un cambiamento di questo tipo avrà effetti positivi sull’ambiente, ma l’impatto sarà notevole sia per i produttori che per i consumatori.

In Europa ci sono più lavatrici che automobili

Per comprendere e verificare l’urgenza di una direttiva di questo tipo è sufficiente sapere che al giorno d’oggi in Europa ci sono più lavatrici che automobili. Il problema è che ognuno di questi elettrodomestici contiene tra i 30 e i 40 chili di acciaio, mentre l’affidabilità e la qualità costruttiva sono variabili a seconda delle marche e dei modelli. La longevità di una lavatrice si misura in funzione del numero di cicli di lavaggio: per le macchine a basso costo si parla più o meno di 2mila cicli di lavaggio, mentre nel caso di dispositivi di qualità elevata si può arrivare fino a 10mila. Come è facile capire, il rapporto tra costo e lavaggio è tanto più basso quanto maggiore è la quantità di tempo per cui una macchina resta funzionale. Certo è che se una lavatrice si guasta, non di rado la riparazione si rivela più complicata rispetto a una eventuale sostituzione del prodotto. E lo stesso discorso può essere esteso ad altri tipi di apparecchi, dal frigorifero alla lavastoviglie. Tuttavia, comprare un modello nuovo invece di limitarsi ad acquistare i ricambi di cui si ha bisogno è dispendioso dal punto di vista economico e certo non positivo sul piano ambientale.

I meriti della direttiva Ue

È facile accorgersi dell’importanza della direttiva Ue, dunque: ai produttori si chiede di mettere in commercio apparecchi che possano essere riparati più facilmente, tramite nuove regole il cui obiettivo è quello di incentivare l’economia circolare. La direttiva relativa alla progettazione ecocompatibile è destinata ad avere un impatto significativo su un gran numero di prodotti. I pezzi di ricambio dovranno risultare reperibili per almeno 10 anni, e in più dovranno essere consegnati in poco tempo. Tra gli elettrodomestici che hanno lunga vita, troviamo gli aspirapolvere Vorwek, abbiamo chiesto agli esperti di Figevida.it motivi che decretano la longevità dei prodotti firmati Vorwek, la risposta è stata semplice e conferma la validità della nuova normativa: "Vorwek distribuisce prodotti di alta qualità e lunga durata, ma il vero motore del suo successo consiste nella facilità con la quale si trovano i ricambi anche su modelli datati".

Quali sono gli elettrodomestici coinvolti

La direttiva riguarda le lavastoviglie, le lavatrici, i frigoriferi, i motori elettrici e i display elettronici, inclusi i televisori. Sono compresi, poi, i trasformatori di potenza, le sorgenti luminose, le attrezzature per saldatura, gli alimentatori separati e i frigoriferi. Insomma, le nuove norme coinvolgeranno un ampio assortimento di dispositivi, tra i quali anche i distributori automatici di bevande fredde e i fornitori di energia esterna come i gruppi di continuità e i gruppi elettrogeni: a trarne vantaggio dovrebbero essere, appunto, i consumatori.

Il dilemma dei rifiuti elettronici

La fonte di rifiuti che in tutto il mondo cresce a ritmi più rapidi è rappresentata dai rifiuti elettronici, che consistono nei dispositivi elettronici o elettrici che vengono scartati. Ogni anno vengono prodotti in tutto il globo 50 miliardi di chili di rifiuti elettronici, in Italia generiamo circa 6 tonnellate. Solo un quinto di tale produzione è smaltita in maniera adeguata, il che vuol dire che l’80% dei rifiuti elettronici va a impattare pesantemente sull’ambiente. Una potenziale soluzione si potrebbe individuare proprio nella transizione verso un modello di economia circolare, in virtù del quale gli articoli non sarebbero più sostituiti ma, se possibile, riutilizzati. Il problema è stato preso in esame anche dal World Economic Forum, che ha individuato proprio nell’economia circolare una delle risposte migliori da mettere in pratica.

Chi trarrà vantaggio dalla nuova direttiva

Come si è detto, i consumatori finali saranno tra coloro che trarranno un grande beneficio da questa direttiva Ue, ma non saranno i soli. È facile ipotizzare, infatti, che anche i tecnici della manutenzione e delle riparazioni saranno contenti per le nuove regole, proprio perché esse sono destinate a incentivare le riparazioni. Non sembrano entusiasti della nuova normativa, invece, i produttori, i quali dovranno mettere a disposizione i pezzi di ricambio e renderli reperibili in base a quanto stabilito dalle norme.

La gioia delle associazioni dei consumatori

La nuova direttiva, in sintesi, sembra assecondare le richieste e le esigenze delle associazioni dei consumatori, per le quali fino ad oggi è stato più conveniente dal punto di vista economico e più semplice sul piano pratico sostituire gli elettrodomestici invece che portarli a riparare. La colpa? Da un lato i ricambi dai prezzi troppo alti, dall’altro lato la complessità di molte riparazioni o addirittura la mancata disponibilità dei pezzi di ricambio.