Prima serata

Ascolti tv, Massimo Bernardini: perché piace la tv che si parla ‘addosso’

Klaus Davi

Auditel, Stasera Italia porta a casa un 4.67% con 1.058.000 spettatori

Tv Talk è una trasmissione che va in onda tutti i sabati  e parla di tv. Negli anni novanta,  con l’avvento dirompente del berlusconismo culturale e politico , il piccolo schermo  era veramente un produttore-frullatore  di tendenze,  e di conseguenza i format dedicati alla tv che parlava  di se stessa  si sprecavano. Maestro di questo genere è stato (ed è)  Gregorio Paolini, inventore di ‘Target’, che alla domenica in seconda serata su Canale 5 scandagliava fenomeni e ‘segnali deboli’  (fu tra i primissimi  programmi a dedicare i servizi al fenomeno di internet allora in espansione fin dagli anni novanta)  para televisivi. La Rai ci provò con format analoghi, tra questi ricordiamo un contenitore curato da Katia Noventa  su Rai Uno, ma ci furono diversi altri esperimenti.

Tv Talk è un magazine sulla Tv  che esiste da alcuni anni e si inserisce  in questo filone, ma ne rappresenta una versione colta ed elaborata. Il conduttore ha un pedigree giornalistico da spendere importante e credibile. Questo si riflette anche sulla levatura degli ospiti sempre di livello  medio alto. E’ tra pochi  ad essere  riuscito ad arruolare negli anni  critici  di non facile carattere come Riccardo Bocca, che hanno contribuito all’affermazione del format con le loro freddure di memoria saviniana (nel senso di Alberto Savinio) .

Ogni sabato si affronta  il tema della settimana che ha avuto piu ricadute ‘autoreferenziali’ sul meccanismi perversi dei mass media.  Dopo una analisi su  come le televisioni hanno affrontato determinati temi (crisi istituzionali , fatti di cronaca, liti nei talk, scandali politici ) il conduttore sollecita i suoi ospiti, solitamente suddivisi un due round uno più tecnico, il  secondo piu mainstream. L’eloquio di opinionisti e ospiti   in studio è generalmente qualificato  ma non scade quasi mai nell’ ermetismo proprio dell’ addetto ai lavori  : d’altra parte  se il programma fosse circoscritto agli esperti  non potrebbe contare su ascolti cosi’ consistenti (vedi box sotto).

Per Bernardini e i suoi autori la vivisezione di fatti televisivi funge da  pretesto narrativo  per una metafora di quanto accade nella società e una spia dei  meccanismi di potere. A questo scopo può essere utile la visione di una puntata che risale al 5 maggio e in cui si affronta il diritto di un politico che si scegliersi  l’interlocutore televisivo che vuole per le sue inteviste. Gli opinionisti ( fra cui Peter Gomez, Gerardo Greco giornalisti di vaglia) utilizzano la relazione fra uomo di potere  e contesto televisivo per capire l’atteggiamento del palazzo  verso la comunicazione e quindi decodificare  le  regole che dominano la  democrazia mediatica. In fondo, tutti sanno che  il giornalismo non è più ritenuto cosi centrale , e che  la sua marginalità si è accentuata con l’avvento aggressivo dei social . Assodato questo, per la trasmissione in oggetto e la sua stessa ragione d’essere,    rimane irrinunciabile la funzione di propulsore di consenso sociale  della tv in tutte le sue articolazioni,  anche quelle ‘horror’.  La tv  (intesa come generalista)  rimane un mezzo cui la classe dirigente (o la società at large) non vuole rinunciare : questo  è il mantra di quasi ogni puntata, affrontato con prospettive diverse . Che poi il contesto sia giornalistico o meno non è cosi importante. Fondamentale è  che al centro di tutto ci sia la tv. Gomez e Greco – che reclamano un ruolo specifico della mediazione informativa -  in fondo sanno che sarebbe un errore criminalizzare  un leader perché preferisce Fabio Fazio a un talk classico. In quella sede poi…...Certo, rivendicano la funzione critica e autonoma  del cronista  che mette in difficoltà i potenti, ma non contestano mai  il mezzo.

enrico lucciENRICO LUCCI
 

Ma non si riempiono novanta minuti solo con queste discussione massmediologiche. E infatti, intelligentemente,  scorrendo le scalette, nel programma  si trovano anche momenti  più rivolti al mass market, escogitati   per soddisfare magari  la voglia di  vintage  intrinseca nella matura platea di  Rai Tre .Al fine di   aprire la spinosa discussione sulla tv di inchiesta, per fare un esempio,  viene invitato Antonio Lubrano, una vera icona della Rai intesa come servizio pubblico puro, utilizzato anche per commentare i numerosi figli e nipoti catodici  di ‘Mi Manda Lubrano’ o ‘Di tasca nostra’  suoi storici programmi. ‘Report’, ‘Le Iene’, ‘Nemo ‘ : sono tanti i contenitori  che oggi svolgono ,con diverse metodologie, questa funzione. E anche qui la missione  dell’ideologo Bernardini è ribadire – dopo in genere  vivace riflessione dialettica in studio -  il primato del piccolo schermo. L’ospite   Camilla Raznovich  che punzecchia i quotidiani  : “sono carenti da questo punto di vista, almeno in Italia, visto che non fanno più inchieste”  non fa che ribadire il Leit Motiv.

La seconda parte di Tv Talk viene generalmente dedicata a programmi piu di ‘largo consumo’. ‘Grande Fratello’, ‘Ballando con le stelle’, i format  della De Filippi a seconda dell’attualità. Ma anche in questo caso il personaggio pop viene invitato a commentare un dossier impegnativo (diritti civili, junk tv, tv violenta  ) disbrigandolo  in una versione televisiva tardo-mielista (unione fra alto e basso per contaminare entrambi) che alla fine riesce a intrattenere chi è a casa tirando un po’ il fiato, e tenendo così botta fino alla fine.

Il pubblico di Tv Talk

Il talk show del sabato pomeriggio di Rai 3  (direttore Stefano Coletta) – trasmissione di qualità che tratta principalmente di programmi e personaggi della TV – in questa stagione sta ottenendo una media di ascolto superiore a 1,2 milioni di spettatori e l’8,6% di share. (dato medio da ottobre 2017 a maggio 2018).

Rispetto alla scorsa edizione nel periodo omologo Re-Tv Talk ha guadagnato circa il 13% in termini di spettatori e 0,8 punti percentuali di share. Il pubblico del programma è prevalentemente femminile (circa 65%) e per oltre la metà (54%) localizzato nella fascia d’età over 65 anni. Il 73% dell’audience ha già compiuto 55 anni.

La trasmissione attira un pubblico colto: circa la metà degli spettatori ha un titolo di studio medio alto e appartiene alle classi socio economiche più elevate. I laureati davanti allo schermo sono in media il 14% del totale: su questo target il programma fa segnare il 15% di share nel primo pomeriggio di sabato.

L’interesse è più basso nelle regioni del Sud, dove in media Re-Tv Talk totalizza il 7% di share: Calabria, Sicilia, Campania sono tra le regioni meno affini; Lazio, Sardegna, Friuli, Liguria, Marche e Toscana sono i territori dove la trasmissione raggiunge (e in alcuni casi supera) il 10% di share. I dati sono a cura di Anthony Cardamone a capo del settore ricerche di Omnicom Media Group, colosso pubblicitario,  e dell’agenzia di comunicazione Klaus Davi and company.

Spigolature

GIUSEPPE BRINDISI VERONICA GENTILIGIUSEPPE BRINDISI E VERONICA GENTILI
 

Ascolti consistenti per Stasera Italia, la striscia ‘anti Lilli Gruber’ (che resta comunque solidamente leader )  di Rete 4 (direttore Sebastiano Lombardi) affidata a Giuseppe Brindisi e Veronica Gentili. Il talk porta a casa un 4.67 con 1.058.000 spettatori.

Bene anche Nemo su Rai due (a guida Andrea Fabiano) che  ha interessato 1.116.000 spettatori pari al 5.3% di share (presentazione: 1.135.000 4.7%).

La striscia di Bianca Berlinguer chiude bene  la settimana .Carta Bianca segna 916.000 spettatori con l’8% battendo in alcuni casi la concorrenza interna di Geo and Geo.

Buona performance del daytime di Grande Fratello 15 che  ha raccolto 2.189.000 spettatori con il 21%, ottimo score per la rete di Giancarlo Scheri.