Ascolti tv, vi spiego perché Barbara D'Urso è più di sinistra di Michele Serra
Auditel, bene #cartabianca, condotta da Bianca Berlinguer su Rai Tre: 886.000 spettatori (8.06% di share)
Criticare Barbara D’Urso, attualmente conduttrice della 15ª edizione del Grande Fratello in onda il lunedi sera su Canale 5, rete diretta da Giancarlo Scheri , è stato uno sport molto diffuso in questi ultimi anni. La sua è una televisione orgogliosamente e trasparentemente meridionale e meridionalista, ma anche schierata con i deboli e i meno avvantaggiati che nel nostro sud – purtroppo- sono massicciamente rappresentati. Guarda caso il suo consenso è esploso e si è consolidato negli ultimi anni, accentuandosi – pensate – proprio quando la cultura del renzismo utilizzava tutto il suo potere sui media per soffocare e rimuovere proprio la questione del mezzogiorno (esplosa poi attraverso le urne) in tutte le sue articolazioni: l‘accentuarsi della crisi economica, il dilagare della criminalità organizzata e, di conseguenza, l’identificazione del potere coi modelli di ‘eccellenza’ quasi esclusivamente appartenenti al ricco nord.
Giancarlo Scheri (foto Lapresse)
D’altro canto, la D’Urso è sempre stata rigorosamente coerente con il suo mandato: quello di dare forma a un’interpretazione della ‘casalinghitudine’ - per citare un bellissimo libro di Clara Sereni - e di restituire dignità ai casi umani e ai testimonial di un disagio sociale che, spesso, la tv generalista non considerava prioritario. Accusare la D’Urso di essere portatrice malsana di una tv trash, a nostro avviso, è estremamente riduttivo e non spiega il suo successo che non solo è televisivo, ma anche sociologico e politico. È vero che Barbara ha fatto un uso del gossip talvolta eccessivo e lo ha spettacolarizzato in forme che possono apparire irritanti; ma in realtà la sua galleria umana comprendeva anche momenti di vera e propria testimonianza sociale: è stata capace di dare vita ad autentiche e vibranti campagne di opinione su temi non scontati come la povertà, l’abbandono e i diritti civili che – anche se raccontati senza pretese politologiche – hanno avuto impatto su un target molto vasto e pregiato, elettoralmente parlando.
Michele Serra
Il tema della povertà – non sorridete perché non è il caso- e dei più deboli è sempre stato un Leitmotiv di Barbara, e non per bieche esigenze di storytelling. Proprio su questo tema, nel suo programma Domenica Live si è verificato un episodio in cui si è in pochi secondi concretizzata tutta l’intelligenza sociale (e televisiva) che coadiuva la conduttrice napoletana. Ospite della puntata, andata in onda nel 2017, era il medico Alberico Lemme che – secondo una Weltanschauung non del tutto dissimile da quella di Michele Serra (autore di una rubrica sul quotidiano di Repubblica, ha sostanzialmente identificato il bullismo come una forma sociale patologica tipica delle classi sociali inferiori ndr) – esclamò rivolto a un’ospite in studio: “Tu hai scelto di essere povera, io di essere ricco. Io non rispetto le persone povere perché essere poveri è una scelta. Sei tu a scegliere di essere povero, scegli di essere ricco come me e sarai ricca. Io sono milionario”.
Alberico Lemme
Fredda e tagliente, la D’Urso annichilì l’improvvido medico dicendo netta: “Ho 40 di febbre e non ho la forza di ribattere a questa ca**ata che hai detto”.
Altro episodio, accaduto sempre nel 2017. Si parla di denaro, di ricchezza e di povertà. Ad interloquire con la padrona di casa è la nobile Marisela Federici, che continuava a criticare lo stile di conduzione della D’Urso. Inizialmente l’anchor-woman ha abbozzato, ma poi infastidita dalla petulanza della Federici sbotta: “Se continui ad attaccarmi manderò in onda il filmato per cui tutti ti criticano, quello in cui tu ostenti la tua ricchezza. Nel filmato dove dici che si sta bene a fare le feste piuttosto che piangere quando non si ha da mangiare. Non ti sta bene stare in questo contesto?”. Potremmo andare avanti per ore, gli esempi della mitopoiesis dursiana sono sterminati.
Populismo? Finzione? Cinismo? Non crediamo, e vi spieghiamo perché: il pubblico di riferimento della D’Urso è femminile e quindi molto scafato munito di antenne e radar sovrumani. Sottovalutare le donne è un errore madornale, in una società matrilineare come la nostra. E anche nel caso ci fosse qua e la qualche forzatura dettata dai copioni , ciò che rende assolutamente credibili i messaggi di Barbara, più dei tanti proclami programmatici , sono il suo percorso professionale e la sua caratteristica di conduttrice interattiva, eclettica e aperta alle novità, elementi che rendono plausibile l’identificazione del suo target. Persone magari non sempre acculturate, ma non per questo ottuse e degradabili eticamente , come pensa qualche snob da salotto.
In fin dei conti il ‘Dursismo’ è anche questo. Rifuggire a ogni forma di elitarismo intellettuale e, quando il gioco si fa duro, capire che stare con i privilegiati non paga. Proprio come Michele Serra…..
UNA SIGNORA CHE SA IPNOTIZZARE I GIOVANI
La nuova edizione del GF ha totalizzato nella puntata d’esordio 3.605.330 spettatori e il 22,4% di share (complici una durata complessiva del programma di circa 4h e la fine della trasmissione alle ore 1:40 circa); l’ascolto medio dell’edizione, comprensivo della seconda puntata di ieri - andata in onda di lunedì, in sostituzione de “L’isola dei famosi” - è di 3.544.290 spettatori e 21,7% di share. Padrona di casa per questa edizione – a 14 anni dall’ultima conduzione – è nuovamente Barbara d’Urso.
Grande Fratello 2018 (Simone Coccia e Lucia Bramieri)
Ascolti non lontani (+0,5% audience, ma +3 punti percentuali di share) dall’edizione 2015, l’ultima mandata in onda da Mediaset prima dello spin-off “GF Vip”. L’ultima edizione con i “famosi” invece, vinta da Daniele Bossari, aveva chiuso con un risultato di 4.877.504 spettatori medi e il 25,4% di share (toccando picchi del 30% di share per la puntata finale). Il profilo dello spettatore del capostipite di tutti i reality è marcatamente femminile (per il 65% del totale).
Il programma pesca i suoi spettatori sia nelle fasce over (oltre un quarto del pubblico ha più di 65 anni) ma anche e soprattutto nelle fasce più giovani: tra i 20 e i 24 anni, infatti, il programma ha fatto segnare mediamente il 39% di share; tra i 25/34 anni il 31% e il 25% tra i 35/44 anni. Puglia (34%), Campania (34%) e Sicilia (28%) sono le regioni dove il programma ha maggior seguito; nel meridione la media sfiora il 31%. Nel Triveneto (Trentino share12%, Veneto 13% e Friuli 14%) l’interesse è nettamente sotto la media, così come in Emilia, Toscana e Piemonte, dove il programma non riesce ad andare oltre al 18% di share. Non sorprende che target ad alta scolarità (laureati) rappresentino solo il 4% del pubblico totale, totalizzando in media il 10% di share. Al contrario, circa il 65% del totale degli spettatori ha conseguito al massimo la licenza media. L’analisi è a cura di Anthony Cardamone, a capo di Omnicom Media Group, e dell’agenzia Klaus Davi & Co.
SPIGOLATURE
In perfetta salute la versione pomeridiana di #cartabianca, condotta da Bianca Berlinguer su Rai Tre: la striscia raggiunge ben 886.000 spettatori, con uno share dell’8.06%. Portare l’attualità e la politica nella difficile fase del pre-serale non era semplice, ma la Rai Tre di Stefano Colella è riuscita nell’impresa.
Bianca Berlinguer
Su La7, diretta da Andrea Salerno, il film Fair Game - Caccia alla spia ha registrato 434.000 telespettatori e uno share 1.80%; le soddisfazioni per la rete arrivano però dal day time, con una programmazione mattutina sempre più tonica. In questa fascia pregiata per le pianificazioni pubblicitarie, ottiene ottimi risultati il contenitore L’aria che tira di Myrta Merlino, che interessa 389.000 spettatori con share del 6.81% nella prima parte e 555.000 spettatori con il 4.9% nella seconda, così come Andrea Pancani con il suo Coffee Break, che ieri ha informato 288.000 spettatori pari al 6.15% di share. Brinda anche Luca Mazzà che, alla guida del TG3 LineaNotte, ha visto il proprio approfondimento giornalistico notturno registrare un netto di 622.000 telespettatori, con uno share del 7,05%.