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Caso Regeni, il gup di Roma trasmette gli atti alla Corte Costituzionale
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La procura aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale su una norma del codice di procedura penale che aveva bloccato il processo
Regeni, il gup Roma: "La convenzione tortura è osteggiata dalle autorità egiziane"
"Va sottolineato che gli elementi di fatto emersi nel corso delle indagini e dell'udienza preliminare, fanno presumere con ragionevole certezza che i quattro imputati siano a conoscenza del procedimento penale in corso in Italia nei loro confronti. Tale consapevolezza, presunta, non consente tuttavia di procedere in assenza nei loro confronti".
"Sotto questo profilo, appare irragionevole e sproporzionata la impossibilità di procedere in assenza quando manchi la cooperazione dello Stato estero di appartenenza o di residenza, perché – sottolinea il gup di Roma - mentre agli imputati è sufficiente sapere che vi è un procedimento a loro carico in Italia per l'omicidio di Giulio Regeni per sottrarsi al processo, al gup si chiede invece di provare la consapevolezza e volontà di sottrarsi non già al procedimento, ma al processo e cioè dimostrare che gli imputati, che si sottraggono al procedimento penale, conoscano anche i capi di imputazione e la vocatio in iudicium’’. E ancora: "La violazione della Convenzione internazionale sulla tortura da parte dello Stato egiziano (che ha ratificato il trattato), impedisce allo Stato italiano, a sua volta, di osservare la medesima Convenzione, e cioè di processare i presunti autori del delitto di tortura commesso nei confronti di Giulio Regeni’’.