Luca Bottura, autore di “Buonisti un cazzo” ha dichiarato ad Affaritaliani.it: “L’idea è nata con un pretesto, proprio qui a Milano, quando tre anni fa Milano ospitò i profughi siriani. Io fui molto orgoglioso di questa città che mi ha adottato, quelle persone per molti erano buonisti e allora mi è piaciuto scrivere un libro su di loro e su quelli come me che non si vergognano di provare ad essere un pochino più buoni. I pregiudizi possiamo abbatterli buttando via quella patina di cinismo che si deposita anche sulle persone migliori. Ogni volta che abbiamo un’emergenza vera diamo il meglio di noi stessi. L’invasione inventata la prendiamo con cattiveria quella vera la accogliamo a braccia aperte, proprio perché non è un’invasione ma sono persone in difficoltà. Dovremmo riscoprire sotto questa patina quello che possiamo essere, si è visto con il Covid. per una volta abbiamo imparato a rispettare le regole, un miracolo".