Roma, 24 lug. (askanews) - Venezuela al voto domenica 28 luglio: il presidente uscente Nicolas Maduro si candida per un terzo mandato di sei anni contro l'ex ambasciatore Edmundo Gonzalez Urrutia, che è il favorito nei sondaggi. Ma sul voto si proietta la lunga ombra dei militari, che sotto Maduro e il suo predecessore Hugo Chavez (militare di carriera) sono diventati onnipotenti nel Paese. Oltre alle armi, le forze armate controllano attualmente le aziende minerarie, petrolifere e di distribuzione alimentare, nonché le dogane e 12 dei 34 ministeri, tra cui importanti portafogli come quello del Petrolio, della Difesa, degli Interni e del Commercio.Maduro ha esortato i suoi sostenitori con i toni tipici della sua retorica populista: "Patria, o colonia? la folla risponde Patria! Pace o guerra? la folla risponde Pace! Proteste o tranquillità? la folla risponde : Tranquillità!"Da parte sua, il candidato dell'opposizione Edmundo Gonzalez Urrutia, ha dovuto sostituire all'ultimo minuto Maria Corina Machado, leader della piattaforma di opposizione ma dichiarata ineleggibile dal regime. Urrutia ha invitato i militari in una lettera aperta all'inizio di luglio a "rispettare e far rispettare la volontà sovrana" degli elettori. Il sostegno popolare, soprattutto fra i giovani, resta comunque alto, perché molti identificano Urrutia con Machado, che fa spesso campagna assieme a lui."Eccellente questa visita (di Machado), perché noi giovani vogliamo un cambio per il nostro Venezuela, per quelli come noi che vogliono restare nel paese e farlo cambiare" dice una giovane elettrice.Dal 1999, anno della salita al potere di Chavez, l'opposizione ha vinto solo due elezioni nazionali: nel 2007, quando è stato respinto un referendum per la riforma della Costituzione venezuelana, e nel 2015, quando ha ottenuto la maggioranza assoluta in Parlamento. La speranza della Piattaforma Unitaria è che in caso di vittoria anche ora, come allora, il risultato sia rispettato dai militari. Ma il rischio è anche quello di brogli: già nelle elezioni del 2018, secondo gli osservatori internazionali, Maduro fu rieletto in un contesto di irregolarità e frodi elettorali diffuse. Proprio in questi ultimi giorni l'opposizione ha denunciato gravi "problemi tecnici" che le stanno impedendo di presentare scrutatori elettorali.