Roma, (askanews) - Un concerto, "Songs for Eternity", in ricordo dei sei milioni di ebrei uccisi dai nazisti. Ma anche per tutti coloro che oggi vengono torturati, barbaramente uccisi, per chi fugge dalla guerra, per gli invisibili. Ute Lemper per la prima volta a Roma, al Teatro Brancaccio, si esibisce sabato 27 maggio in "Songs for Eternity". L'abbiamo incontrata all'Hotel La Griffe, a Roma."E' un programma omaggio alla cultura ebraica e al patrimonio ebraico e una commemorazione dell'Olocausto, dedicato ai 6 milioni di ebrei uccisi dai nazisti. Allo stesso tempo è un programma omaggio all'attualità, dedicato alle milioni di persone che fuggono dalla guerra, che vengono uccise, picchiate, torturate. E a milioni e milioni di persone che sono state dimenticate, scomparse o ai rifugiati, a coloro che soffrono una guerra civile, una guerra di religione. Milioni di persone innocenti che cercano una casa, in cerca di dignità, in cerca di una nuova esistenza"."Non possiamo fare un parallelismo con l'Olocausto, che è stata la peggiore e crudele esecuzione 'intellettuale' di massa, non c'è mai stata una cosa simile. Ed è per questo che, come tedesca, è difficile vivere con questo eredità di questo terribile crimine. Ma è importante oggi vedere cosa sta succedendo, da un punto di vista umanitario, vedere queste persone innocenti, vederle in mezzo alla guerra civile, in mezzo alle faccende politiche, in mezzo a guerre selvagge. Siamo noi occidentali che abbiamo la capacità e la possibilità di aiutarli, perché abbiamo spazio. Certo che abbiamo spazio, le famiglie, la gente, tutti devono fare uno sforzo, per ospitare una famiglia e fare qualcosa. E non per continuare a far finta di niente bevendo champagne e dicendo che non è un problema nostro, perché è il terzo mondo, perché sono musulmani, perché vengono dalla Siria. È un problema nostro, è il mondo in cui viviamo. Siamo tutti cittadini del mondo, è una disgrazia avere dei leader che girano le spalle e che con atteggiamento nazionalista vogliono solo proteggere le identità dei propri paesi, le vecchie identità che vengono dal passato".Angela Merkel è vero ha fatto una cosa molto buona, forse perchè è una donna, ma ha guardato alle cose con il cuore e non solo con un cervello politico o nazionalista".