Coronavirus
"AstraZeneca pubblichi il contratto". L'azienda fa saltare l'incontro con l'Ue
La società del vaccino di Oxford-Pomezia si è tutelata: "Più dosi al Regno Unito? Sono arrivati prima"
L'Ue contesta Astrazeneca: "Si pubblichi contratto"
Bruxelles contesta le dichiarazioni del Ceo di AstraZeneca, Pascal Soriot, e chiede lo svincolo dalla clausola di segretezza per poter pubblicare il contratto. Lo apprende l'Ansa da fonti Ue. In particolare, le fonti chiariscono che non e' previsto che la produzione delle dosi per l'Ue debba essere limitata alla fabbrica in Belgio, ma puo' avvenire anche nel Regno Unito.
AstraZeneca conferma partecipazione a riunione Ue su vaccini
Il portavoce di Astrazeneca ha confermato l'incontro di stasera con l'Ue sul ritardo della consegna delle dosi iniziali. Nelle scorse ore una fonte dell'Ue aveva fatto sapere che Astrazeneca aveva cancellato l'incontro. Anche fonti italiane della multinazionale hanno confermato all'AGI che Astrazeneca partecipera' all'incontro con il comitato direttivo dell'Ue per oggi alle 18.30. E' il terzo incontro, questa settimana, per avere chiarimenti sui ritardi annunciati nella consegna delle dosi iniziali.
Vaccino: fonti, Ue indaga violazione segretezza da AstraZeneca
Con l'intervista rilasciata ieri, l'amministratore delegato di AstraZeneca, Pascal Soriot, potrebbe aver violato i termini del contratto con l'Ue che impone la segretezza delle disposizioni contenute, salvo accordo, di pubblicazione tra le due parti. E' quanto fanno notare fonti a Bruxelles che ricollegano la presunta violazione dei termini contrattuali nel corso dell'intervista rilasciata ieri da Soriot alla richiesta di pubblicazione del contratto addebitata a fonti Ue nelle ultime ore. La Commissione europea, per il momento, non ha confermato l'accusa ne' la richiesta di pubblicazione del contratto, ma ha rimandato a "un annuncio politico" che verra' fatto nelle prossime ore.
AstraZeneca: "Con Ue no obblighi di consegna. Più dosi al Regno Unito? Arrivati prima"
L'emergenza Coronavirus in Italia e nel mondo non accenna a placarsi. Tutte le speranze sono riposte nei vaccini, ma quelli già certificati come Pfizer e Moderna stanno rallentando le loro consegne e AstraZeneca, l'altra grande casa farmaceutica che finanzia il vaccino Oxford-Pomezia, che ancora non è stato approvato dall'Ema, ha già manifestato problematiche relative alle forniture con l'Europa, ma non con il Regno Unito: "Hanno firmato tre mesi prima per 30 milioni di dosi". I motivi di questi intoppi gli spiega in maniera chiara l'ad dell'azienda in un'intervista a Repubblica. "Siamo stati piuttosto specifici con l’Ue. Anche noi - spiega Pascal Soriot siamo delusi: ci piacerebbe riuscire a produrre di più. A febbraio consegneremo all’Europa una quantità soddisfacente, simile agli altri produttori. L’obiettivo è recapitare all’Ue 17 milioni di dosi entro la fine di febbraio. Di queste, 2,5 circa in Italia".
"La produzione del nostro vaccino - prosegue Seriot a Repubblica - è composta da due fasi: una è la creazione del principio attivo in due stabilimenti in Belgio e Paesi Bassi, l’altra è la resa in farmaco, in due centri in Germania e Italia, ad Anagni (nella fabbrica Catalent, ndr), dove state facendo uno straordinario lavoro. Le difficoltà nascono nella prima fase. Alcuni siti generano più “raccolto”, altri meno, come purtroppo accaduto in Europa. Queste disfunzioni capitano quando si aumenta la produzione a centinaia di milioni di dosi di un nuovo vaccino. Abbiamo due mesi di ritardo, ma risolveremo questi problemi. Non c’è alcun obbligo verso l’Ue. Nel contratto con gli europei c’è scritto chiaramente: “Best effort”. Ossia: “faremo del nostro meglio”.