Coronavirus
"Covid, caos Italia. Parla chiunque: veterinari, attori, giornalisti"
La confusione in Italia sul Covid? Disserta chiunque. Intervista a Pietro Luigi Garavelli, primario di Malattie infettive a Novara/ Seconda puntata
In Italia abbiamo esperti con notevoli capacità. Faccio solo tre esempi di medici che hanno forte esperienza perché hanno studiato le problematiche terapeutiche della Sars: Roberto Cauda, infettivologo a Roma attualmente primario al Gemelli di Roma e professore di Malattie Infettive; il professor Antonio Cassone, già Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate dell'Istituto Superiore di Sanità e Andrea Savarino, attualmente in Germania. L’Italia ha risorse di eccellenza internazionale. Ma anche Andrea Crisanti, parassitologo che si è occupato delle dinamiche della malaria ha lavorato in Uk con grandissimi epidemiologi. E a gennaio sosteneva che sarebbe stato necessario un robusto lockdown con inizio della vaccinazione di massa. Che è quanto ho affermato io quando ho detto che la strategia del lockdown a singhiozzo e del vaccino fatto in questo modo non porta ad alcuna soluzione. E vorrei ribadire che io sono a favore del vaccino, come parte di una strategia risolutiva che deve annoverare quattro punti essenziali.
Perché questa confusione? E opinioni che si contraddicono l’una con l’altra?
Perché come dicevo parla gente che non ha titolo. Servono tre cose: l’epidemiologo che studia l’andamento delle malattie infettive, l’infettivologo che studia le loro manifestazioni cliniche e il microbiologo che le analizza in laboratorio. Punto. E devono collaborare!
Perché questa malattia evolve e la stiamo vivendo giorno per giorno, quindi diventa difficile dare delle valutazioni lineari. L’esempio più clamoroso è la comparsa di varianti che prima erano solo ipotizzate. Ogni cosa è in divenire per questo servono competenza e collaborazione. Le stesse cure domiciliari in un anno sono passate da idrossiclorochina e il suo omologo ivermectina in Sud America ai monoclonali, fino a ll’impiego potenziale di un farmaco antivirale di cui ha parlato Bassetti, il Molnupiravir. Ora dovremmo fare essenzialmente quattro cose per uscirne.