Coronavirus
Covid, Family Care illustra le tre regole di sicurezza per famiglie e badanti
La pandemia ha messo in risalto molti casi di illecito tra le famiglie italiane derivanti dall'avere al proprio servizio una badante non in regola
Come un vaso di Pandora già sin troppo fragile, la pandemia ha scoperchiato tanti, troppi casi di illecito tra le famiglie italiane e sono in molte, adesso, a dover gestire qualche grana derivante dall’avere al proprio servizio una badante non in regola, una questione che certamente porta con sé, oltre ai guai amministrativi, anche la rottura degli equilibri relazionali e affettivi delle persone più anziane.
“In questi mesi, molto del nostro impegno è stato rivolto alla consulenza, offerta gratuitamente, per tutte quelle famiglie che vivevano situazioni non del tutto in regola – spiega Danilo Arcaini, responsabile di Family Care: in molti casi, gli assistiti si sono trovati soli, non potendo la propria badante autocertificare un motivo di spostamento legato alla necessità di raggiungere il posto di lavoro, visto che, per la legge, quel posto di lavoro non esisteva.”
Il lavoro degli assistenti familiari, in questi anni, è stato sempre più riconosciuto a livello normativo e sociale, ma è necessario fare ancora molto affinché questa tipologia di servizio sia riconosciuta come imprescindibile in un Paese, come l’Italia, demograficamente avanzato: occupiamo infatti il primo posto, in Europa, in fatto di longevità. Un primato senza dubbio rassicurante, ma che comporta, parimenti, una legislazione e una consapevolezza da far crescere.
“Purtroppo - riporta Arcaini - ci sono arrivate diverse segnalazioni da parte di badanti non gestite da noi che, una volta scoperta la propria positività, si sono viste mettere alla porta: una vergogna, questa, grandissima, sia dal punto di vista umano che legale, in quanto un tale comportamento può causare una denuncia per reato di omissione di soccorso.”
Un'altra situazione penalmente rilevante potrebbe derivare dalle condizioni di alloggio e di vita cui la badante sia costretta. Per fare un esempio, se si impedisse alla badante di uscire per paura che possa dire di lavorare in nero, o di ammalarsi, certamente potrebbero esserci delle conseguenze penali.
L‘ultimo aspetto da tenere in considerazione è che ci sono degli obblighi di denuncia di ospitalità nel caso in cui si dia alloggio a soggetti stranieri.
“Noi restiamo disponibili, come abbiamo sempre fatto, e in particolar modo da quando siamo entrati in emergenza sanitaria, per dare consulenza alle famiglie – prosegue Arcaini, affinché possano essere seguite almeno queste semplici 3 regole:
1. scegliere una badante affidabile e referenziata attraverso un’Agenzia per il Lavoro autorizzata a svolgere questa attività dal Ministero competente;
2. assumere regolarmente la badante, o alle proprie dirette dipendenze, oppure tramite un’Agenzia per il Lavoro, affinché resti a quest’ultima l’onere degli obblighi di legge;
3. sincerarsi che badante e famiglia adottino comportamenti rispettosi delle regole anti Covid: Family Care, per esempio, sottopone a esami di screening le badanti e le invita a osservare uno scrupoloso protocollo di comportamento per la salvaguardia della propria salute e di quella della persona anziana assistita“C’è ancora molto da fare su questo fronte - conclude Danilo Arcaini - e ci aspettiamo che il Governo agisca preliminarmente su questi due temi: chiarire come possa avvenire la quarantena per badanti in provenienza da Paesi esteri e che, se giungono in Italia per svolgere questo mestiere, è proprio perché non posseggono una propria casa da noi e agevolare la possibilità di scaricare dalle tasse quanto si investe nell’assistenza di un parente anziano, visto che questa scelta comporta anche lo sgravio della gestione della persona non più autosufficiente dalle strutture pubbliche, quali ospedali o ospizi. L’assistenza familiare, che è poi una precisa scelta di domiciliarità, rappresenta senz’altro l’opzione più consigliabile in questo momento storico.”