Coronavirus

"Covid? Idrossiclorochina e azitromicina, così curo il virus a casa"

Di Monica Camozzi

Su Affari parla il medico di base Riccardo Szumski: "Basta curare il virus in tempo"

170 persone visitate, curate, guarite. Solo 4 ricoveri. La casistica del dottor Riccardo Szumski, che da marzo guarisce dal Covid a Santa Lucia di Piave, provincia di Treviso, è di quelle che mettono il sorriso da una parte e lo sgomento dall’altra. “Una persona è deceduta a 90 anni, sono arrivato quando era sotto 90 di saturazione. Visito a casa e guarisco i pazienti Covid da inizio marzo. Ho usato precocemente quello che adesso è un protocollo acclarato: chiaro, all’inizio sono tentativi, poi i fatti ti danno ragione e prosegui. Del resto perché uno fa il medico? A 27 anni, alla mia prima notte nel reparto di pediatria, il primario mi ha chiesto se me la sentissi di fare il turno e mi ha raccomandato di non svegliarlo. E io non l’ ho svegliato: il caso di insufficienza respiratoria che mi è capitato, l’ho risolto da solo.

Come ha fatto a capire come si curava? A marzo si brancolava nel buio

Ascoltavo una trasmissione su Antenna 3 con il professor Palù, spiegava come si manifesta  il Covid. Ho capito che la proteina spike usava i recettori dell’angiotensina -un regolatore della pressione sanguigna- per fare danni alveolari. E ho dedotto che normalmente a bloccare i recettori dell’angiotensina sono farmaci a base di ace inibitori e sartani, gli stessi che si danno per l’ipertensione e per scompenso cardiaco. Mi sono messo a leggere la letteratura, ho capito che il problema non era la cattiveria del virus ma la degenerazione infiammatoria che provocava la tempesta di citochine. E cosa abbiamo sempre usato per sconfiggere le infiammazioni? Il cortisone. Certo, se lascio il paziente a casa, non lo visito, gli do una Tachipirina, ovvio che arrivi in ospedale con l’infiammazione in stato avanzato! A quel punto si scatenano complicazioni su cui è più difficile intervenire.

Ma se lo ha capito lei, come mai non lo ha capito chi ha dato disposizioni ministeriali? Come mai si suggeriva la Tachipirina?

Mi sono detto “questi non sono abituati a curare le persone, non stanno sul campo”. Quando un paziente mi chiama e vado a vederlo, lo guardo in faccia e capisco subito come sta. Tra l’altro la Tachipirina serve solo ad abbassare la febbre, che è un meccanismo di difesa dell’organismo e non aveva alcun senso. Aveva senso l’aspirina, che è anti infiammatoria, anti aggregante, riduce il potenziale di evolvere in embolia. L’azione tipica del Sars Cov 2 spiega anche come mai i bambini non siano colpiti. I piccoli hanno un sistema immunitario in evoluzione, quindi anche i recettori attraverso cui agisce la spike non sono completamente sviluppati. Infatti se i bambini non hanno altre patologie, difficilmente vengono colpiti da complicazioni.

Quindi, qual è il suo protocollo di cura?

Lo stesso del gruppo Terapia domiciliare Covid, creato dall’avvocato Erich Grimaldi. Vide la mia intervista e mi chiamò. Io sono uno dei 53 medici che hanno firmato il  ricorso al Consiglio di Stato per riabilitare l’idrossiclorochina. La usiamo da 70 anni sui pazienti con l’artrite reumatoide, anche nelle patologie con aritmie cardiache. E l’ostracismo verso questo farmaco mi ha fatte venire brutti pensieri, lo confesso. Tra l’altro il professor Raoult, grande sostenitore dell’idrossiclorochina, è nato a Dakar, ha esperienza di patologie simili alla  Sars, usava idrossiclorochina e azitromicina con ottimi risultati. E io anche: ho avuto un ricovero solo, tutti gli altri sono guariti. Il poker è: aspirina e idrossiclorochina subito, poi cortisone e azitromocina, a volte eparina in seconda fase per evitare che sopraggiunga l’embolia.

Quindi conferma la validità di idrossiclorochina?

Assolutamente si. Da principio avvertii i colleghi della Asl, mi risposero che idrossiclorochina non funzionava se un paziente era grave. Addirittura il direttore centrale della Asl 2 mi accusò di far correre rischi ai pazienti. Ma l’infiammazione va bloccata all’inizio, se si avvia serve ossigenazione marcata e tanta fortuna, se poi intervengono co-morbilità allora subentrano difficoltà serie. Ho guarito anche pazienti novantenni, l’importante è essere tempestivi.

Ho somministrato anche Motelukast, un farmaco che si usa per l’asma e per gli allergici, avendo lavorato in pediatria l’ho dato tante volte. Ogni organismo risponde in modo diverso. Ricordo una famiglia di 8 persone: uno era assolutamente sano, gi altri hanno reagito con modalità diverse. Il brutto della reazione infiammatoria  sono le complicanze renali, cardio polmonari, neurologiche e dermatologiche che provoca, anche a distanza di tempo. 

Qual è la sua opinione sui vaccini?

Sono perplesso su una cosa. Se qualcuno pensa d vaccinare 7 miliardi di persone per evitare il diffondersi di virus, stiamo andando contro la storia della microbiologia. È dimostrato come gli RNA abbiano migliaia di mutazioni, non si possono avere risposte definitive, bisognerebbe vaccinarsi ogni anno come per l’influenza. Di sicuro non farò il vaccino di Pfizer, non vi è stata sufficiente sperimentazione. Tutti i vaccini hanno effetti collaterali, è come la curva di Gauss, non esiste nulla che non dia possibili complicazioni, ma qui ci si prende il rischio di ricadere direttamente nella sperimentazione. Patologie come il tetano, che coprono i vaccini tradizionali, sono diverse. Da pediatra ho visto anche tante complicanze da morbillo, da pertosse, quindi non sono contro i vaccini, anzi, hanno funzionato bene per patologie disturbanti come queste. Ma bisogna usare il buon senso.

È d’accordo nel vaccinare ragazzi e bambini?

Ma scherziamo? Sui piccoli è assurdo. Stiamo parlando di  un vaccino sperimentale che usa RNA messaggero per portare una informazione che modifica la capacità di produrre anticorpi. Per vedere come funziona ci vorrebbero almeno due anni.  Per contro posso dire che dal Covid si guarisce e che questo virus ha ucciso persone a rischio, perché non sono state protette e curate.