Coronavirus
Covid, la Cina si sente "discriminata" dall'Ue. Rabbia di Xi e conseguenze
Linea dura di Xi Jinping contro l'Ue: rifiuto dei vaccini a mRna. L'ipotesi dei tamponi obbligatori per chi proviene dalla Cina si fa concreta
Covid, scontro Cina-Europa: "I vostri vaccini non li vogliamo"
Lo scontro sul Covid tra Cina e Unione Europea si fa sempre più duro dopo il rifiuto da parte di Pechino di utilizzare i vaccini a mRna proposti dall'Ue. "Non ci servono" è stata la risposta netta. Il presidente cinese Xi Jinping - si legge su Repubblica - ignora la mano tesa dell’Europa e Bruxelles risponde valutando se imporre test negativi alla partenza per i viaggiatori in arrivo negli scali europei. "Il Comitato per la sicurezza sanitaria ha trovato convergenza sulle azioni da intraprendere, tra cui test prima della partenza per i viaggiatori provenienti dalla Cina, accelerazione del monitoraggio delle acque reflue e aumento della sorveglianza interna", ha annunciato la commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides dopo la riunione dell’organismo tecnico sulla sicurezza sanitaria nell’Ue.
Ipotesi di nuove misure, quelle avanzate dai tecnici, - prosegue Repubblica - che oggi passeranno al vaglio dell’Ipcr, il meccanismo di risposta politica integrata alle crisi cui partecipano i ministri della Sanità dei 27 Paesi Ue. La Cina sta facendo i conti con la fallimentare campagna vaccinale portata avanti con due farmaci messi a punto dagli scienziati cinesi, il Coronovac e il Sinopharm, entrambi a virus inattivato, la cui efficacia si è attestata solo sul 60%, peraltro sulla prima versione del virus. Contro Omicron (che in Europa è stata “domata” grazie alle dosi booster dei vaccini a mRna), i vaccini cinesi sembrano essere assolutamente inaffidabili e, peraltro, anche le percentuali di popolazione immunizzata sono molto basse: solo il 60% tra gli over 80 e in generale il 20% della popolazione non si è mai vaccinata.