Coronavirus

Covid, nel 2020 record negativo di nascite e massimo storico di decessi

Dal rapporto annuale Istat "Lo shock da pandemia: impatto demografico e conseguenze sanitarie" emerge un quadro allarmante: sempre meno nascite e più morti

Covid, nel 2020 la natalità in Italia ha raggiunto il minimo storico. Mentre il numero dei morti non è mai stato così alto 

Effetto Covid sul quadro demografico e sanitario del Paese: secondo quanto emerge dal capitlo 2 del rapporto annuale Istat 2021 dal titolo "Lo shock da pandemia: impatto demografico e conseguenze sanitarie", nel 2020 il record negativo del numero di nascite toccato nel 2019 è stato di gran lunga superato. Un calo della natalità che resta evidente anche nei primi mesi di quest'anno, per poi registrare una lieve inversione di tendenza verso il mese di marzo. Mentre il totale dei decessi non è mai stato così alto: 746.146. Rispetto alla media 2015-2019 i morti in più sono 100.526, in crescita del 15,6%. Il Covid ha avuto un effetto drammatico sulla mortalità: "La pandemia, sottolinea l'Istat, ha avuto un effetto drammatico sulla mortalità, non solo per i decessi causati direttamente, ma anche per quelli dovuti all'acuirsi delle condizioni di fragilità della popolazione, soprattutto anziana".   

L’anno scorso i nati della popolazione residente sono stati 404.104, il 3,8% in meno rispetto al 2019 e quasi il 30% in meno a confronto col 2008, anno di massimo relativo più recente delle nascite. In particolare, nei primi dieci mesi del 2020 le nascite mostrano una diminuzione del 2,7%, in linea con il ritmo che ha caratterizzato il periodo dal 2009 al 2019: -2,8% in media annua. La discesa accelera nei mesi di novembre con un -8,2% rispetto allo stesso mese dell’anno prima e soprattutto di dicembre con un -10,3%, corrispondenti ai concepimenti dei primi mesi dell’ondata epidemica 2020. Nel Nord-ovest il calo tocca il 15,6% a dicembre. 

Il calo delle nascite corrispondente alla diminuzione dei concepimenti innescato dalla pandemia persiste nei primi mesi del 2021, soprattutto nel mese di gennaio quando si è registrato un -14%. A febbraio risulta più contenuto mentre a marzo si osserva, come detto, una prima inversione di tendenza: rispetto allo stesso mese del 2020 i nati aumentano del 3,7%. Il calo delle nascite concepite all’inizio della pandemia ha toccato prevalentemente i nati all’interno del matrimonio: -17,3% nel periodo novembre-dicembre 2020 e -17,5% a gennaio 2021. Nello stesso periodo sono diminuiti anche i nati fuori dal matrimonio, ma in misura decisamente meno marcata: -4,7% e -7,1% rispettivamente.

Il leggero recupero nelle nascite osservato a marzo dipende esclusivamente dai nati fuori del matrimonio, che aumentano del 14,2% mentre i nati da genitori coniugati continuano a diminuire con un -0,5%; esso ha riguardato prevalentemente le donne più istruite visto che i nati da madri con almeno la laurea sono cresciuti dell’8,6%, contribuendo per i due terzi all’aumento complessivo. I nati di cittadinanza straniera sono i più toccati dalla contrazione legata alla pandemia: a novembre e dicembre 2020 sono diminuiti poco più dei nati da genitori italiani: -11,4% rispetto a -8,8%, ma il differenziale si è allargato a gennaio 2021: -23,6% contro -12,2%, e ancora nel mese di febbraio: -18,5 contro -6,1%. I nati stranieri continuano a diminuire del 8,3% anche a marzo.