Coronavirus

De Donno demonizzato, ma la sua cura funzionava: la conferma dallo studio Usa

Il medico vittima di un immotivato attacco mediatico si tolse la vita, ma la sua cura con il plasma convalescente funziona e costa poco

Plasma De Donno, la cura funziona: la conferma dallo studio Usa

Giuseppe De Donno aveva ragione, il plasma “convalescente” funziona nel trattamento dei malati di Covid. Lo dimostra uno studio finanziato dal dipartimento della Difesa americano e dai National institutes of health (Nih), l’agenzia governativa che si occupa di ricerca medica. L’ex primario di pneumologia all’ospedale Carlo Poma di Mantova si tolse la vita il 27 luglio del 2021.

Come ricorda Patrizia Floder Reitter, La Verità, nel 2020 De Donno aveva spiegato che “la terapia funziona e costa pochissimo”. Lo studio americano pubblicato sul “The New England Journal of Medicine”, afferma che “tra i partecipanti, pazienti affetti da Covid-19, la maggior parte dei quali non vaccinati, la somministrazione di plasma convalescente entro 9 giorni dall’insorgere dei sintomi ha ridotto il rischio di progressione della malattia che porta al ricovero in ospedale”. Confermando le intuizioni dell’ex primario aveva ragione.

De Donno utilizzò il plasma iperimmune per trattare i malati di Covid, che nel 90% di casi guarirono. La cura proposta dal medico pneumologo fu sottoposta ad un attacco mediatico immotivato. Lo stesso De Donno spiegava tale avversione facendo riferimento al basso costo della terapia che, sebbene efficace “non fa miliardari”.

Le principali conclusioni dello studio americano appena pubblicato sono due: la prima, è che “la somministrazione di plasma convalescente entro 9 giorni dall’insorgenza dei sintomi ha ridotto il rischio di ospedalizzazione”. La seconda, che i monoclonali “sono costosi da produrre, richiedono tempo per l’approvazione e potrebbero non essere ampiamente disponibili durante le condizioni di picco di Covid-19”. Al contrario, il plasma convalescente Covid-19 “non ha limiti di brevetto ed è relativamente poco costoso da produrre, poiché molti singoli donatori possono fornire più unità”, spiegano i ricercatori.

 

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