Coronavirus

Pandemia? Se l'è portata via la guerra: ma i fallimenti del governo restano

di Paolo Becchi e Giuseppe Palma

Grazie alla guerra Draghi è riuscito a passare da uno stato di emergenza all'altro e a far dimenticare i fallimenti della politica sanitaria

Si tratta di “indicazioni”, non di obblighi (la dicitura esatta è “si forniscono le seguenti indicazioni di gestione clinica”), ma in campo medico la violazione di un’indicazione ministeriale comporta l’avvio di un procedimento disciplinare, quantomeno da parte dell’ordine dei medici che valuta le contro-indicazioni e l’opportunità della scelta eventualmente contraria all’indicazione ministeriale. E dunque molti medici, sia di famiglia che ospedalieri, per quieto vivere hanno rispettato i diktat del Ministro Speranza. Un medico che volesse curare la Covid con un antibiotico, tanto per fare un esempio, si assumerebbe una responsabilità non da poco al cospetto delle autorità competenti gerarchicamente superiori (struttura ospedaliera, ordine dei medici, ministero della salute). Domanda: quanti decessi si sarebbero potuti evitare se i medici avessero avuto indicazioni di cura precise o fossero stati lasciati liberi di agire secondo “scienza e coscienza”? 

La salute è più importante del lavoro?

11. Con decreto-legge n. 172 del 26 novembre 2021 il governo introduce – a partire dal 6 dicembre – il cosiddetto Super Green Pass o Green Pass rafforzato, cioè l’obbligo di possedere la certificazione verde (non più base ma da vaccinazione) per accedere a bar, ristoranti, cinema, teatri, discoteche etc. Fatta eccezione per l’obbligo vaccinale a carico del personale medico-sanitario, per quello delle forze dell’ordine e per quello scolastico (obbligo già vigente in precedenza), fino ai primi di gennaio 2022 si poteva ancora andare a lavorare col green pass base, cioè quello che prevedeva la possibilità di utilizzare il  tampone. Ma con decreto-legge n. 1 del 7 gennaio 2022 (di recente convertito in legge nel silenzio generale) il governo stringe le maglie e introduce - oltre all’obbligo vaccinale per gli over 50 - anche l’estensione dell’obbligo del Green Pass Rafforzato sia per andare a lavorare (pena la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione) che per salire sui mezzi pubblici, compresi treni e aerei.

Quando c’è la salute c’è tutto”, dice un vecchio proverbio popolare. Sarà anche vero, ma la nostra Costituzione fonda espressamente la Repubblica non sulla salute bensì sul lavoro (art. 1 Cost.), definendolo come un diritto di ogni cittadino, ponendo peraltro a carico dello Stato il dovere di “promuovere le condizioni che rendano effettivo questo diritto” (art. 4 Cost.). Subordinando il diritto inderogabile del lavoro, rubricato tra i principi fondamentali della Carta, a quello della salute, il governo non ha fatto altro che invertire illegittimamente la scala dei valori costituzionali. E nessuno ha detto niente. Ma c’è dell’altro. Il Super Green Pass resterà in vigore quantomeno fino al 15 giugno 2022 (in che modo lo vedremo in itinere) nonostante il 31 marzo scada l’ennesima proroga (forse l’ultima) dello stato di emergenza sanitaria.  

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