Coronavirus
Sintomi Covid Delta, più forti nei giovani: ecco perché il rischio è maggiore
La variante Delta del Covid-19 si sta diffondendo in Italia ed in particolare tra i più giovani non vaccinati
Sintomi Covid Delta, cresce la preoccupazione tra i giovani: nonostante l'età tutti possono sperimentare reazioni gravi al Covid-19 e i contagi aumentano
I giovani possono sperimentare sintomi più gravi del Covid-19 se contagiati dalla variante Delta. Ciò dipende dal fatto che questa fascia di età sta registrando un aumento molto importante dei casi identificati e di conseguenza una maggiore rilevazione in percentuale di soggetti colpiti da sintomi di media o alta gravità. A dirlo è Massimo Andreoni, direttore di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma. Sebbene le diverse varianti non presentino sintomi molto diversi fra loro è comunque possibile identificarle basandosi sulle reazioni del proprio organismo e non si deve pensare che i giovano non sviluppino la forma grave della malattia.
Sintomi Covid Delta: "Anche i giovani e bambini possono sperimentare i sintomi gravi, che possono diventare cronici"
"Anche i giovani, sin dall'inizio della pandemia - spiega Andreoni su infooggi.it- sono stati sempre colpiti dal virus, sia pure con numeri più ridotti, ed hanno presentato casi anche gravi, tanto che sono stati registrati dei decessi pure in questa fascia d'età. Quindi è sbagliato pensare che ragazzi ed adolescenti sviluppino sempre delle forme lievi o paucisintomatiche, ovvero con pochi sintomi, della malattia Covid-19". La situazione attuale dipende dalla crescita della diffusione delle varianti e dal fatto che tra i giovanissimi sono pochi quelli vaccinati. Secondo le ultime stime dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) la variante Delta ormai rappresenta il 32,6% delle sequenze depositate dall'Italia nella banca internazionale Gisaid, che raccoglie le mappe genetiche del Covid-19 da tutto il mondo, mentre la variante Alfa si è ridotta al 37,9%.
"Vediamo sempre più spesso giovani con Covid che presentano sintomi come, ad esempio, la perdita dell'olfatto e del gusto. - continua l'infettivologo - Si tratta di sintomi considerati moderati-lievi ma, in realtà, sono fortemente debilitanti. Sappiamo infatti che possono permanere per periodi anche lunghi o addirittura evolvere in una condizione cronica. Si iniziano a vedere anche casi di polmoniti di media severità".
"Nessuno si può sentire esente dal rischio di malattia grave e questo vale pure per i bambini ed i giovani. - conclude Andreoni - Purtroppo quello che ci si deve aspettare è che i numeri continuino a crescere e penso che bisogna ora mettere in atto delle misure diverse e stringere sul Green Pass".