Coronavirus

Vaccini, Gimbe: “Piano Figliuolo? Non considera i ritardi e i no-vax”

Cartabellotta (Presidente fondazione Gimbe): "Ok piano ma...". E su AstraZeneca: "Non ci voleva, popolazione va rassicurata"

In linea generale va bene il piano vaccinale messo a punto dal commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Francesco Paolo Figliuolo, che prevede 500mila somministrazioni al giorno, ma questo stesso piano "non contempla i problemi legati alle consegne dei vaccini e al rifiuto di una parte della popolazione a vaccinarsi. Se manca la materia prima bisogna muoversi anche con altre modalità", è quanto ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenendo ai microfoni della trasmissione "L'Italia s'e' desta" su Radio Cusano Campus. "Siamo in una fase di transizione. E' importante che adesso dal punto di vista logistico ed organizzativo il sistema stia migliorando. Nel fine settimana le vaccinazioni scendono di molto, il personale sanitario va supportato".

La vicenda AstraZeneca "non ci voleva, la popolazione va rassicurata" e "ci dobbiamo fidare delle istituzioni, non dei titoloni dei giornali altrimenti la campagna vaccinale va in tilt", ha aggiunto Cartabellotta. Quando si vaccinano tante persone, "e' evidente - ha aggiunto - che si possano verificare eventi gravi, indipendentemente dal vaccino. Non va confuso il nesso causa-effetto con un nesso di carattere temporale".

Il presidente di Gimbe ha sottolineato come l'indice Rt non sia "molto efficace per valutare l'andamento della pandemia da Covid-19", e questo a causa di "alcuni limiti che lo stesso parametro presenta". "I problemi - ha aggiunto - devono essere distinti tra quelli tecnici-metodologici e quelli decisionali-politici", e per quello che riguarda i primi, "da tempo sottolineiamo" la non piena efficacia dell'indice Rt. In primis perche' viene calcolato solo sui soggetti con sintomi, poi viene calcolato su una stima che riguarda i 14 o 7 giorni precedenti, mentre "in una situazione come quella attuale questo determina un ulteriore ritardo. Il terzo problema e' che "quando si dice che il colore delle regioni dipende da 21 indicatori e' vero in assoluto, ma l'Rt pesa piu' del 50%". "Da tre settimane le curve sono in risalita - ha affermato inoltre Cartabellotta - Man mano che questi casi settimanali aumentano, aumentano le ospedalizzazioni e i ricoveri in terapia intensiva. Inevitabilmente, le chiusure sono proporzionate all'aumento della diffusione del virus visto che con le varianti il contagio va piu' veloce rispetto al passato".