Coronavirus
Vaccini, l'Italia studia il piano B. Trattare con Putin per avere lo "Sputnik"
In tre mesi, con tutti i ritardi accumulati, si rischia di perdere fino a 16,5 milioni di dosi
Vaccini, l'Italia studia il piano B. Trattare con Putin per avere lo "Sputnik"
L'emergenza Coronavirus continua senza sosta in Italia. I casi di positività sono in aumento e gli ospedali, specie i reparti di terapia intensiva, restano pieni. Il dato che allarma di più però è il numero delle vittime, ancora altissimo. Per questo i ritardi dei vaccini Pfizer e la guerra legale tra l'Ue e AstraZeneca stanno portando a nuovi scenari, che fino a poco tempo fa sembravano incredibili. AstraZeneca - si legge sul Giornale - fin dal primo trimestre dell’anno dovrebbe fornirci 16,5 milioni di dosi, ma ha già annunciato tagli per oltre la metà. Non solo: dopo l’imminente autorizzazione prevista sabato da parte dell’Ema si attende lunedì prossimo quella dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco. Il direttore, Nicola Magrini, ha già fatto sapere che oltre al via libera verrà analizzata l’efficacia del vaccino «comparandola» con quelli di Pfizer e Moderna. Sembra che soprattutto per gli anziani i dati siano molto deboli.
Un altro grave problema che si somma alla mancata media mensile di consegne previste dal governo: 9,4 milioni di dosi. Il risultato, - prosegue il Giornale - come lo stesso direttore dell’Aifa ha cominciato a far capire, è che bisognerà trovare sul mercato vaccini non previsti, come lo Sputnik V, che Putin già fornisce a diversi paesi in gran quantità. L’Ema sta valutando l’autorizzazione. Il direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma, Francesco Vaia non ha avuto peli sulla lingua: «Dobbiamo superare i ragionamenti di geopolitica. Se il vaccino Sputnik ci dà un alto coefficiente di efficacia e di sicurezza, prendiamolo subito".