Coronavirus

Vaccini: poche dosi, marcia indietro. Obiettivo giornaliero scende a 300 mila

Le stime del generale Figliuolo sono riviste al ribasso. Mancano 10 mln di fiale previste. Giorgetti: "Guerra geopolitica"

Vaccini: poche dosi, marcia indietro. Obiettivo giornaliero scende a 300 mila

L'emergenza Coronavirus in Italia continua senza sosta. I contagi aumentano, complice la diffusione sempre più estesa delle varianti, ma a preoccupare è soprattutto la situazione negli ospedali, specie nei reparti di terapia intensiva, sempre al collasso. Resta drammatico il dato giornaliero sui decessi. Ma il grande dilemma resta legato ai vaccini, le dosi a disposizione sono meno del previsto, nonostante il piano del commissario per l'emergenza Figliuolo sia già stato rivisto al ribasso, c'è il rischio di un'ulteriore stretta. Per immunizzare il 70% della popolazione entro settembre - si legge sul Corriere della Sera - molto dipenderà dalla tempestività delle forniture di vaccino, che se ritardassero farebbero sballare i piani del commissario Figliuolo, già rivisti al ribasso nelle ultime settimane. Tanto che al momento è arrivata la raccomandazione a non superare le 300 mila dosi al giorno in modo da tenersi al riparo di fronte a nuovi intoppi. Ostacoli causati dalle carenze dei contratti europei che il ministro Roberto Speranza continua comunque a difendere perché "è vero che paghiamo un prezzo per gli errori nella negoziazione degli accordi", ma "altrimenti avremmo avuto la guerra di un Paese contro l’altro".

Dopo Draghi - prosegue il Corriere - anche Giorgetti si mette a chiamare le cose «per quello che sono», sostenendo che sui vaccini si sta combattendo «una guerra geopolitica» su cui «si gioca il concetto di sovranità». Così il capo della delegazione leghista al governo dice pubblicamente quel che fonti dell’intelligence descrivono come «la guerra degli approvvigionamenti» per le dosi di siero, che sta mettendo a dura prova la solidità delle istituzioni comunitarie e la solidarietà tra i Paesi dell’Unione, esposti alla carestia di fiale vaccinali. Il problema è come gestire questa fase e ottenere dieci milioni di dosi aggiuntive.