Coronavirus
Vaccini, "Seconda dose a 90 giorni? Protezione tripla". Pfizer, nuove regole
Il generale Figliuolo è intenzionato a dilatare i tempi per i richiami. Obiettivo, vaccinare più gente possibile con almeno una dose
Vaccini, "Seconda dose a 90 giorni? Protezione tripla". Pfizer, nuove regole
Il Coronavirus in Italia continua a far paura. I dati seppur incoraggianti non mettono al riparo dalla pandemia, l'unica soluzione è il vaccino. La campagna prosegue a buon ritmo, anche ieri sono state somministrate quasi 600 mila dosi di siero, ma per raggiungere la famosa immunità di gregge bisogna ulteriormente accelerare il ritmo. Circa 19 milioni di persone hanno ricevuto almeno una dose e 8 milioni sono totalmente immunizzati. Il governo, - si legge sul Messaggero - su input del commissario Figliuolo sempre a caccia di nuove prime dosi Pfizer vista la resistenza crescente degli under 60 a fare AstraZeneca, sta valutando la possibilità di un allungamento dei tempi di somministrazione tra la prima e la seconda dose. La decisione potrebbe essere presa in considerazione di nuovi dati scientifici che evidenzierebbero che per il vaccino Pfizer a circa tre mesi dalla prima somministrazione si ha una risposta immunologica tripla rispetto ai 21 giorni previsti per il richiamo, soprattutto nei soggetti più anziani. Ma intanto i nodi da sciogliere sono molteplici.
"Gli studi pubblicati dagli inglesi e dagli israeliani - spiega al Messaggero Roberto Giacomelli, direttore di Immunologia clinica e reumatologia del Policlinico universitario Campus Bio-medico di Roma - dimostrano che per pazienti affetti da Covid grave che richiedono ospedalizzazione anche in soggetti con una sola dose si hanno tassi di protezione tra il 50 e l'80 per cento. Si tratta di dati ovviamente ottenuti dall'osservazione clinica. La decisione di posticipare la seconda dose in quei paesi è stata politica, non scientifica. Ci sono dati che dicono che la protezione dopo la prima dose è abbastanza alta. Quindi si può immaginare di vaccinare più persone possibile, almeno con una dose. Anche l'ipotesi di somministrare la seconda dose utilizzando un vaccino diverso dalla prima dal punto di vista biologico non dovrebbe comportare alcun tipo di controindicazione".