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A febbraio anche in Italia The Ghost Team, l'agenzia mondiale di ghostwriting
E' la squadra formata da "ghost" al servizio di manager, imprenditori, politici, diplomatici interessati alla stesura di discorsi e alla cura di spazi social
The Ghost Team, l’agenzia mondiale del ghostwriting, arriva in Italia con una squadra di “ghost” al servizio di clienti vip interessati alla stesura di discorsi, opuscoli o libri, alla cura di spazi social e altre esigenze espressive in cui necessitano di un affiancamento. Manager, imprenditori, politici, diplomatici, militari. Il target, pur selezionato, è molto ampio e può avvalersi di una struttura dalle potenzialità fuori dai canoni dell’attività ordinaria del ghost. Fondatore dell’agenzia è Roberto Race, giornalista professionista, consulente in comunicazione e public affairs. Race preferisce però definirsi un “innovatore della comunicazione”, o “direttore delle relazioni esterne in affitto”, come ha sottolineato il Corriere della Sera. E’ alla guida di un think thank come Competere, fucina di idee per la futura classe dirigente del Paese. Former Fellow di Aspen Institute, Race è inoltre autore di un caso editoriale di successo, “Napoleone il Comunicatore”, in cui ha rivelato una virtù straordinaria ma non adeguatamente celebrata del Grande Corso, da aggiungere a quella di statista e di impareggiabile condottiero. Affaritaliani.it lo ha intervistato a Napoli, dove Race è nato nel 1980.
Race, ci spieghi meglio. Qual è il valore aggiunto di The Ghost Team? “E’ un progetto che nasce da lontano. Sono anni che i professionisti coinvolti lavorano nell’ombra curando libri, interventi e discorsi per le persone che contano. Oggi contiamo su più di quaranta professionisti tra giornalisti, traduttori, designer e grafici provenienti dai cinque continenti. Questo ci permette fra l’altro di assicurare alla nostra clientela un prodotto globale multilingue, traducibile in inglese, tedesco, francese e arabo. Operiamo da tempo all’estero, con sede direzionale a Londra. Abbiamo cominciato puntando innanzitutto sui paesi anglofoni per motivi di mercato, acquisendo decine di commesse. Da febbraio lanceremo la sfida anche in Italia!”.
Ha dichiarato di offrire un prodotto adattabile alle diverse culture. In che senso? “Abbiamo professionalità tali da consentirci di non limitarci a tradurre ma di articolare e diversificare i vari servizi di comunicazione offerti, secondo tradizioni e costumi delle aree di destinazione. La nostra vuole essere anche una consulenza strategica, pur restando nell’ambito di un prodotto di comunicazione”.
Perché nell’era della tecnica e del declino delle discipline umanistiche, c’è spazio per un servizio del genere? “Comunicare è fondamentale per l’uomo. Lo è stato e lo sarà sempre. Il nostro è un servizio di eccellenza, rivolto a chi vuole divulgare il ‘complesso’ e non limitarsi a apparire. Abbiamo conoscenze e skill per poter supportare i nostri interlocutori. Ma sappiamo anche come ‘vendere’ al meglio la loro immagine. E’ un mix che difficilmente si rinviene sul mercato e che costituisce il fiore all’occhiello di The Ghost Team”.
Il ghostwriting è un’attività per sua natura svolta “nell’ombra”… “Già, ma noi possiamo a richiesta anche curare in prima battuta la realizzazione di determinati progetti di comunicazione. Riteniamo in ogni caso utile ‘istituzionalizzare’ l’attività, proprio per la qualità delle prestazioni che siamo in grado di assicurare. Un imprenditore o manager di alto profilo non cerca solo chi gli confezioni un testo: ha la giusta esigenza di armonia, stile, coesione, di un lavoro che sia in corrispondenza con la sua immagine e con il messaggio che nel suo campo intende veicolare”.
Appunto, non c’è il rischio che il “ghost” finisca per sostituirsi all’originale? “Noi non inventiamo il personaggio, ma al massimo gli conferiamo le misure, come un abito sartoriale di pregiata manifattura. I contenuti di base, le idee fondanti, devono nascere dal cliente. Noi siamo in grado di svilupparle, eventualmente articolarle in maniera più sofisticata sotto il profilo del marketing e della comunicazione. Integriamo, collaboriamo, suggeriamo strategie, creiamo rete grazie anche a una banca di dati e di relazioni molto estesa. Per il resto, valorizziamo senza manipolazioni le identità di chi si avvale del nostro servizio”.