Costume

Alla scoperta del pomodoro cannellino flegreo, l'ecotipo con più licopene

Eduardo Cagnazzi

Otto produttori del luogo hanno dato vita ad un'associazione per il recupero del seme che rischiava di andare perduto e per svilupparne la coltivazione.

Può diventare l’oro rosso dei Campi Flegrei. Per adesso è annoverato tra i prodotti tradizionali della Campania, in attesa di una futura certificazione. E’ l’antico pomodoro “cannellino” che viene coltivato su piccoli appezzamenti di terreno nelle aree vulcaniche a sabbiose nell’area flegrea e all’interno del Parco archeologico di Cuma.  Due anni fa otto produttori (Cumadoro dei fratelli Tammaro, Costagliola,  Francesco Russo, Masseria Pignata, Raffaele Palumbo, Orti Flegrei, Emilio Pignata e Azienda agricola chilometro 0 di Generoso Calandrea) hanno dato vita all’Associazione Pomodoro Cannellino Flegreo e quest'anno hanno inaugurato la seconda stagione di raccolto con un appuntamento volto alla conoscenza delle pratiche di coltura per recuperare il seme che rischiava di andare perduto e promuovere il consumo di questo ecotipo locale ricco di licopene, il 15% in più della normale solonacea. Grazie ai riscontri positivi ricevuti sia con il fresco che con il trasformato,  quest’anno gli agricoltori hanno scelto di destinare più ettari a questa coltura, passando da 10 a 15 ettari su 65 ettari di terreni totali in possesso delle aziende. ”Nel 2018 sono stati riservati alla trasformazione  55 tonnellate, quasi la metà del raccolto. Per questa stagione si intende aumentare il quantitativo da destinare alla conserva per far fronte alle richieste di ristoratori e pizzaioli che hanno già scelto di inserire questo prodotto flegreo in menu e per aprirsi a nuovi mercati anche fuori dai confini locali”, dichiara Giovanni Tammaro presidente della associazione che aggiunge: “La coltura del pomodoro cannellino flegreo si attiene a regole precise per ottenere standard di alta qualità e la promozione di tale coltivazione cammina di pari passo alla promozione e valorizzazione del territorio. Pertanto ci stiamo impegnando a collaborare con le istituzioni dei comuni flegrei affinché insieme si possano recuperare terreni abbandonati contribuendo così a dare impulso alla economia flegrea e tramandare la nostre competenze e tradizioni in materia, come da statuto associativo”. Generoso Colandrea, sottolinea a sua volta che il “cannellino”, di difficile coltivazione, è radicato nel territorio flegreo fin dall’800 ed il suo seme viene tramandato di generazione in generazione dalle famiglie del luogo. Da qui l’obiettivo dell’associazione di tutelarne la qualità e la tracciabilità attraverso la banca dei semi. A tal proposito nasce la volontà dei produttori di avvicinarsi al progetto MAC (Monterusciello Agro City) avviato dal comune di Pozzuoli  e promosso dall’assessore all’Urbanistica Roberto Gerundo. L'obiettivo è riqualificare le aree urbane e i terreni agricoli localizzati nella frazione di Monterusciello, attività tra l’altro supportata dalle associazioni di categoria Coldiretti e Confagricoltura, le quali insieme stanno sostenendo gli otto produttori nel percorso di crescita. Una crescita che potrebbe far diventare il tipico cannellino l'oro rosso dei Campi Flegrei nel giro di qualche anno.

Sinergie e azioni di marketing territoriale                                                                                                                A testimonianza della grande volontà di fare rete e puntare allo sviluppo e valorizzazione del territorio in senso ampio c’è stata la scelta di unire storia, cultura, archeologia  e enogastronomia in unico momento promuovendo un tour per gli addetti del settore e buyer presso la Città Bassa, parte del sito archeologico di Cuma, uno dei luoghi simbolo della terra ardente e cornice singolare per i numerosi campi piantati a pomodoro. ”Il parco accoglie con grande interesse l’attività di promozione dell’Associazione Pomodoro Cannellino Flegreo, che tra l’altro, valorizza un prodotto tipico coltivato anche all’interno del Parco Archeologico di Cuma”, rileva Fabio Pagano, neo direttore del Parco archeologico dei Campi Flegrei. “I sito archeologico rappresenta un eccezionale contesto naturalistico che conserva importanti tracce del paesaggio agrario e forestale flegreo, offrendo al visitatore un’esperienza singolare. Tra gli obiettivi prioritari del Parco rientra la salvaguardia e la valorizzazione di questo patrimonio, favorendo progetti di sostenibilità e occasioni di sviluppo territoriale”.

Il pomodoro cannellino flegreo: caratteristiche.                                                                                     Annoverato dalla Regione Campania tra i prodotti tradizionali,  è coltivato nell’area flegrea, secondo testimonianze indirette, sin dall’Ottocento,  prevalentemente per consumo fresco e per conserve fatte in casa. Il  seme del pomodoro cannellino non è un ibrido ma viene tramandato da generazione in generazioni. La semina inizia a fine febbraio e la coltivazione si realizza, come da tradizione, con il supporto di canne e spago in juta o canapa in modo manuale così come la raccolta. Questo prodotto deve il radicamento territoriale alla capacità di adattarsi al pedoclima flegreo caratterizzato, tra l'altro, da terreni vulcanici e sabbiosi e da brezza marina. Il raccolto va da luglio a fine agosto. Il cannellino è un pomodoro di forma oblunga che generalmente pesa tra 15 e 20 g e presenta una lieve strozzatura verso il centro, ha la buccia estremamente sottile e la polpa spessa e soda, quando è maturo è di colore rosso intenso. Al sapore si riscontra un giusto equilibrio tra dolcezza, acidità e sapidità e per questo estremamente versatile in cucina. In cucina può essere utilizzato dalla pizza ai dolci passando per primi piatti e zuppe, nella declinazione del prodotto fresco e in conserva.