Costume
Amore, sesso, lavoro, shopping e web: a Bergamo si curano le nuove dipendenze
A Bergamo un centro specializzato, unico in Italia, per la cura delle "new addiction", fondato dalla psicoterapeuta Maria Chiara Gritti. L'INTERVISTA
Di Maria Carla Rota
Si chiamano “new addiction”. Sono le nuove dipendenze che negli ultimi anni stanno diventando sempre più diffuse: affettiva, sessuale, da lavoro, da internet e shopping. Sono legate da un filo rosso: non dipendono da una sostanza, come droghe, alcol o cibo, ma da oggetti della vita quotidiana, computer o smartphone per esempio, con cui si arriva ad avere un rapporto compulsivo. L’esigenza è sempre quella di colmare una sensazione di “vuoto” dentro se stessi, provocato dalle dinamiche della società di oggi.
E un filo rosso, simbolo della vita, è anche quello che attraversa le 6 stanze del nuovo centro “Dipendiamo”, attivo a Bergamo da poche settimane, nato da un’idea di Maria Chiara Gritti, psicologa e psicoterapeuta, autrice del libro “La principessa che aveva fame d’amore” (già alla quinta ristampa in un anno e mezzo). Una struttura quasi unica in Italia: “Ne esiste solo un’altra, il Centro Sipac a Bolzano, dove io stessa mi sono formata, che comprende anche una comunità residenziale e una sezione dedicata al gioco d’azzardo: anche questo è considerato una new addiction, ma è già molto presidiato sul territorio bergamasco a livello di assistenza”, spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it Maria Chiara Gritti, che, grazie ai suoi studi iniziati nel 2007, ha messo a punto un protocollo innovativo per la cura delle nuove dipendenze, basato su psicoterapia classica e creatività.
Così il centro “Dipendiamo”, oltre a 21 psicoterapeute provenienti anche da altre regioni e capaci di offrire percorsi individuali, di coppia e di gruppo, coinvolge 6 nuove figure professionali: l’arteterapeuta, la drammaturga, la musicoterapeuta, la favolaterapeuta, la danzaterapeuta e la consulente d’immagine. L’obiettivo è per tutte quello di offrire attività incentrate sulla “rieducazione” al piacere, all’amore sano, alla creatività, alla capacità di “stare fermi”, alla cura di sé.
Non solo. Anche la struttura architettonica del centro “Dipendiamo”, che si occupa anche di ricerca e prevenzione attraverso workshop e aperitivi dedicati all’approfondimento e alla sensibilizzazione, è stata progettata in modo da rendere l’ambiente fisico un luogo curativo. Ciascuna delle 6 stanze è ispirata a un libro, di cui vengono riprodotte le immagini sulle pareti attraverso originali installazioni create da un architetto. Il filo rosso che attraversa tutte le sale, poi, culmina in quella centrale dentro il tronco di un grande albero, l’albero dell’amore, sempre ispirato ad un libro.
Anche l'ingresso è pensato per vivere un’esperienza immersiva: in sala d’aspetto ci sono un’alcova dove ascoltare favole oppure la musica di un’arpa celtica, un tavolino con immagini artistiche, un altro con lettere dell’alfabeto per comporre i propri pensieri, una libreria e perfino una lavagnetta per far disegnare i bambini.
“L’approccio è sempre di tipo sistemico – conclude la dottoressa Gritti -. Non riguarda solo il singolo, ma anche i suoi rapporti di coppia e familiari. Perché le nuove dipendenze spesso rubano tempo alla vita personale e compromettono le relazioni con gli altri". Ad accorgersi che c’è un problema, infatti, sono spesso il partner o i familiari: “Le donne hanno una maggiore consapevolezza, mentre gli uomini sono spinti a cercare un aiuto da chi sta loro intorno”. Le new addiction colpiscono entrambi i sessi, con una prevalenza a seconda della tipologia: “La dipendenza affettiva è tipicamente femminile e riguarda donne tra i 30 e i 45 anni che non sono soddisfatte delle relazioni di coppia costruite fino a quel momento. Tpicamente femminile è anche lo shopping compulsivo, mentre la dipendenza sessuale, come quella da Internet e quella da lavoro, hanno riguardano prevalentemente gli uomini, in genere tra i 40 e i 50 anni d’età”.
https://www.facebook.com/CentroDipendiamo/