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Aurora Ramazzotti: "C'è chi adora essere incinta ma io..."

di redazione costume

L'intervista a Vanity Fair, "la gravidanza non è stato il periodo idilliaco che mi era stato dipinto"

Avete 26 e 27 anni, siete benestanti: potreste fare tutto e scegliete di fare un figlio. Qualcuno vi ha detto: chi ve lo ha fatto fare?

Tutti i nostri amici, praticamente. Sconvolti. La mia generazione vede la genitorialità come qualcosa che ti toglie. Forse io non sono così spaventata all’idea perché ho l’esempio di mia madre, per cui so che è possibile avere un figlio e anche una vita, so che la maternità può essere un’aggiunta non una sottrazione.

D’istinto volevo la femmina, non perché avessi una preferenza, ma perché ho paura a crescere un maschio. A una bambina potrei insegnare come difendersi da quello che ho affrontato io.

Vi sposerete?

Oggi l’idea di stare insieme tutta la vita è quasi un’utopia. Io non ho vissuto chissà che esempi di matrimoni duraturi, lui invece ha i genitori che stanno insieme da 37 anni, ed è stato quindi lui a insegnarmi a pensare al futuro, a immaginare di costruire qualcosa insieme.

Non si aspetta che presto glielo chieda?

Il matrimonio non è la mia priorità. Direi una stupidaggine se dicessi che sogno l’abito bianco… Mi cringia anche un po’.

Come lo immagina come papà?

Io cerco costantemente l’equilibrio, lui è molto pragmatico. Magari non ti scrive una poesia, anzi, sicuramente non te la scrive, ma risolve problemi. Io non mi sento al sicuro con me stessa, ma con lui sì. Lui è la mia casa, il posto sicuro a cui torno. Sa amare in un modo intenso, che a volte mi chiedo se merito. E mi dico: cavolo se ama così me, chissà come amerà suo figlio.