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Finanza alternativa, ecco Insquared: business angels all'italiana

Monica Camozzi

Dieci imprenditori che stanno finanziando startup con modalità alternativa, come venture capitalists che entrano nel cda e operano con una logica a 5 anni

Business angels all'italiana? Potremmo dire di si, per i dieci imprenditori che si sono riuniti in una holding con lo scopo  di far crescere  start up nazionali e internazionali
Una società di capitali che non lavora sul concetto classico di partecipazione finanziaria e di equity, ma diventa a pieno titolo un partner, sfruttando competenze e network di tutti i soci.  Si chiama Insquared  e rappresenta la cosiddetta Finanza Alternativa, che ha fatto di recente il suo esordio in Italia ma all'estero è presente da tempo. I dieci soci di Insquared Holding srl nata nel novembre del 2018 e con già in pancia quattro start up innovative, infatti, non cedono semplicemente equity: il comitato di investimento valuta la scalabilità dei singoli modelli di business, li analizza per un affiancamento che prevede la partecipazione dei soci nel cda aziendale, eroga il denaro che serve per accompagnare le partecipate all'ambito processo di exit. Ma l'obiettivo non è meramente finanziario: è di cambiare le regole dell'attuale crowdfunding accorpando su progetti seri tutti quegli investitori "seriali" che normalmente mettono un chip senza  entrare nel cuore dei business model, andando per intuizione.  Adesso, il nuovo aumento di capitale servirà a finanziare, coltivare e sostenere ben 16 startup entro la fine del 2019. Ovviamente, ognuno dei soci partecipa con capitale proprio, ma il cuore del progetto è creare un network di investimento che non resti frammentato in mille operazioni, bensì si raggruppi su quelle con possibilità reale di internazionalizzazione e sviluppo. "A noi interessano tre cose, fondamentalmente -spiega il presidente del consiglio d'amministrazione Ronnie Laureana, imprenditore attivo nel real estate- la prima è partecipare a start up innovative senza un accanimento sull'utile veloce bensì con una visione a lungo termine, che comporti uno sviluppo reale. Secondo, vogliamo creare una rete di investitori, prima mettendo capitali propri e di persone di nostra fiducia per poi realizzare un crowdfunding a fine 2019. Gli investitori seriali non hanno modo di analizzare a fondo i singoli business, lo faremo noi per loro". La terza cosa di rilievo è l'intento di sfruttare il network di ogni singolo socio per dare valore alle start up, anche in termini operativi. Ad esempio, due dei soci, Fabio Ionà CEO della Supervale Srl e Alberto Maddaloni, hanno una forte esperienza nel settore food, Mario Arcella è attivo da anni nell'area corporate del comparto ICT, Antonio Cosma è un ingegnere gestionale attivo nella logistica integrata, Massimo Rapetto è esperto di mercati europei e di industria 4.0, Alfonso Panico siede nel cda di realtà che operano nel settore oleodinamico, Pino Baldissera ha un'esperienza trentennale nell'automotive, Paolo Ferro lavora in una Spa del manifatturiero. Insieme, in questi pochi mesi, hanno già scandagliato il mercato e valorizzato quattro start up: Trusters (investitori immobiliari online) piattaforma immobiliare di crowdfunding in modalità lending, Rentopolis, che gestisce circa 400 appartamenti del cosiddetto "vacation rental", YouAreMy Guide, società di Torino che grazie all'intelligenza artificiale ha sviluppato il software GhostWriter, capace di analizzare l'interesse dei followers sui social media e  scrivere testi che li attraggano e GoVolt, società milanese di share mobility.  Ora, i capitali che verranno raccolti entro metà febbraio 2019, verranno utilizzati per il 50% per finalizzare nuovi investimenti, 40% di riserve per i possibili aumenti di capitali delle startup più promettenti in portafoglio e il 10% per sostenere le spese amministrative per i primi anni di attività.