Costume
Cravatte Marinella, simbolo dello stile italiano nel mondo. L'intervista
Cravatte Marinella, indossate da tutti i leader del pianeta: da Churchill a Onassis, da Kennedy a Alberto Di Monaco, James Bond compreso
“Cossiga, allora Presidente della Repubblica, diventa il nostro ambasciatore. Il marchio fa il giro del mondo, poi il G7 a Napoli nel 1994 e la consacrazione al MoMa di NY che ha esposto quattro nostre cravatte iconiche”
Churchill, Kennedy, Kohl, Agnelli, Onassis, Mastroianni, De Sica, Totò, Elton John, Mitterand, Chirac, principi, regnanti, inquilini del Quirinale e gran parte del jet set planetario. “Un secolo di storia, cent’anni di stile”, è questo il motto di E.Marinella; da piccola bottega artigianale a marchio internazionale, oggi simbolo assoluto della tradizione sartoriale e dello stile italiano nel mondo, che da oltre un secolo mantiene inalterata la tradizione artigianale e la scrupolosa attenzione alla qualità.
Fondata nel 1914 da Don Eugenio Marinella sull’elegante Riviera di Chiaia a Napoli, l’azienda continua ancora oggi grazie a Maurizio Marinella, terza generazione della famiglia, che ha raccolto l'eredità con uno spirito imprenditoriale in sintonia con le moderne leggi di mercato riuscendo ad affermare il noto marchio anche all'estero, dagli Stati Uniti al Giappone.
“Rappresento una realtà artigianale profondamente legata alla città di Napoli – spiega Maurizio – e non voglio che questa caratteristica vada perduta. Nei nostri negozi vogliamo trasmettere eleganza e stile, ma soprattutto l’accoglienza e il calore tipicamente italiano". Oggi ad affiancarlo c’è il figlio Alessandro (Marinella), che si occupa di dare alla maison un respiro più giovane e digital, nel rispetto dei valori e della tradizione familiare. “Conto di dare il mio contributo così come è stato fatto dalle generazioni precedenti. Mi impegnerò a preservare l’alta qualità dei nostri prodotti e i valori che da sempre ci contraddistinguono, cercando di dare un messaggio anche ai giovani della mia generazione; perché classicità eleganza sono sinonimo di personalità e non di rigidità.”
Al negozio di Riviera di Chiaia si sono aggiunti nel corso degli anni le due boutique monomarca a Milano, una a Roma, due store a Tokyo e selezionati punti vendita esteri quali Bergdorf Goodman a New York, Le Bon Marché Rive Gauche e Printemps a Parigi, Le Bon Génie a Ginevra, Stan’Eulalia a Barcellona. Oltre alle cravatte il marchio offre un'ampia gamma di accessori che vanno dalla piccola pelletteria, alla valigeria, dagli orologi ai gemelli, senza dimenticare i profumi, le borse e i foulard, per soddisfare le esigenze e i gusti di una clientela sempre più numerosa e non più unicamente maschile.
Marinella, l'intervista a Maurizio e al figlio Alessandro
Maurizio buongiorno. Siete ormai un’istituzione nel campo della moda. Cravatte nello specifico. Ci vuol raccontare un po’ la storia della vostra azienda? Tutto nasce?
La storia del marchio E. Marinella risale al 1914, quando mio nonno Eugenio Marinella decise di aprire un negozio in Piazza Vittoria, sull’elegante Riviera di Chiaia a Napoli. Consapevole che all’epoca che la moda maschile guardava soprattutto a quella inglese creò nel piccolo negozio di 20mq un angolo d’Inghilterra. Iniziò ad importare brand come Acquascutum, Briggs, i profumi di Penalygons e Floris. Acquistò due laboratori per la realizzazione di camicie e cravatte con sarti esperti, che realizzavano a mano e su misura camicie e cravatte.
Il negozio è passato attraverso avvenimenti storici importanti che hanno cambiato anche il corso della sua storia: le due guerre mondiali, il declino dell'antica nobiltà e la comparsa della nuova borghesia con l'avvento dei prodotti americani che portano sostanziali cambiamenti della moda.
In quest’epoca è mio padre Luigi a portare avanti con grande determinazione la produzione e le scelte del padre, mantenendo alti il nome e la reputazione della casa Marinella. La vera crescita si ha negli anni Ottanta, quando Francesco Cossiga, allora Presidente della Repubblica, diventa un vero e proprio ambasciatore del marchio prendendo l'abitudine di portare in dono ai Capi di Stato, nelle loro visite ufficiali, una scatola contenente cinque cravatte Marinella. Il marchio comincia così a fare il giro del mondo. Il G7 organizzato a Napoli nel 1994 spalanca definitivamente le porte al di là dei confini italiani. Gli organizzatori decidono, infatti, di offrire a tutti i Capi di Stato presenti, una scatola contenente sei cravatte Marinella, facendo, così, un'enorme pubblicità al marchio.
Cossiga, storica E.Marinella
Ad oggi, grazie al lavoro delle due generazioni prima di me e della quarta che è attualmente con me in campo, il marchio E. Marinella è conosciuto anche all'estero, dagli Stati Uniti al Giappone. Si è lavorato per conservare la scrupolosa attenzione alla qualità delle materie prime (le sete sono stampate a mano in Inghilterra secondo metodi tradizionali) e la fattura ancora oggi è rigorosamente artigianale. La consacrazione del lavoro svolto è arrivata tra il 2017/18 dal MoMa The Museum of Modern Art, che ha esposto quattro nostre cravatte iconiche nell’ambito di “Items: Is Fashion Modern?”. La cravatta Marinella come archetipo, innovazione e prototipo.
Ribadiamolo. Tutto rigorosamente artigianale, a mano, giusto? Ci snocciola il procedimento dalla A alla Z? Dal primo pezzo di stoffa al prodotto finito.
Le sete sono da sempre stampate a mano in Inghilterra, secondo metodi tradizionali, mentre la lavorazione è in Italia e precisamente a Napoli, poco distante dal negozio. L’Azienda porta con orgoglio avanti il Made in Italy e ancor di più il Made in Naples. Successivamente le sete sono tagliate una ad una dalle nostre maestre sarte, qui nel laboratorio di Napoli. I vari pezzi tagliati sono poi assemblati. Si inserisce l’anima e si chiude la cravatta con una prima imbastitura che è poi eliminata dopo che la sarta ha provveduto, sempre in modo manuale a rifinire il tutto con una cucitura invisibile. Una caratteristica, per le cravatte foulard, è che la parte retrostante alla punta frontale è foderata con lo stesso tessuto. Da sempre, per scelta, non foderiamo con un tessuto in tinta unita. Questo consente, anche laddove la cravatta dovesse muoversi e girarsi, di dare sempre un’immagine molto armoniosa. Tutti coloro che hanno visitato il nostro laboratorio hanno potuto vedere di persona che tutto è fatto a mano, grazie alla maestria delle nostre signore e che non è presente alcun macchinario di tipo industriale per la produzione delle nostre cravatte.
(Segue...)