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Divorzio Berlusconi-Lario: Berlusconi vuole annullare gli alimenti a Veronica
Divorzio Berlusconi-Lario, l'ex premier punta all'azzeramento degli alimenti a Veronica Lario, ma lei: "voglio lo stesso tenore di vita"
Divorzio Berlusconi-Lario: Berlusconi punta all'azzeramento degli alimenti
Divorzio Berlusconi-Lario: nuova puntata della controversia sugli 'alimenti' tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario.
Dopo la sentenza Grilli - Lowenstein pronunciata dalla Cassazione, il leader di Forza Italia punta a ottenere l'azzeramento dell'assegno mensile da 1,4 milioni di euro che dovrà versare alla signora Lario quando il divorzio sarà definitivo.
Divorzio Berlusconi-Lario, Veronica insiste: voglio lo stesso tenore di vita
Nell'udienza di ieri davanti ai giudici d'appello della sezione famiglia, gli avvocati della signora Veronica Lario capeggiati da Cristina Morelli hanno sostenuto che il nuovo orientamento sancito dalla Suprema Corte è "sbagliato" e contrasterebbe con l'articolo 5 della legge sul divorzio.
Divorzio Berlusconi-Lario: Veronica Lario non ha più diritto agli alimenti
Il pool di legali dell'ex premier, rappresentati da Pier Filippo Giuggioli, hanno invece chiesto di applicare il nuovo orientamento sollecitando i magistrati, che hanno 60 giorni di tempo, a decidere il prima possibile. La loro tesi è che la ex signora Berlusconi non ha più diritto agli alimenti perché, potendo contare su liquidità per 16 milioni (come si evince dalla sentenza di separazione del Tribunale del dicembre 2012), gioielli e società immobiliari tra cui quella che ha nome 'Il Poggio', è autosufficiente e 'tranquilla' dal punto di vista economico.
Il sostituto procuratore generale Felice Isnardi si è rimesso al giudizio della corte che si è riservata di decidere. Nella causa di divorzio tra l'ex Ministro Vittorio Grilli e la moglie Lisa Lowenstein, i giudici avevano stabilito che il parametro del mantenimento del tenore di vita goduto durante il matrimonio non è più in vigore e che l'assegno divorzile spetta solo a chi non è in grado di lavorare, non per sua colpa, e non ha redditi.